Restaurate le opere di Accumoli e Amatrice scampate dal sisma

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Chi può dimenticare quel terribile 24 agosto di quattro anni fa quando un forte terremoto rase al suolo Accumuli e Amatrice, con le sue “cento chiese” e il bellissimo museo civico. Grazie alla Fondazione Varrone, è stato allestito nei mesi scorsi il laboratorio Varrone Lab per il restauro delle opere scampate dal terremoto, che verranno esposte a Rieti, in una mostra in programma a dicembre prossimo.

Per non interrompere il legame con il passato

Il presidente della Fondazione Antonio D’Onofrio ha spiegato: “Abbiamo fatto tutto questo per la gente di Amatrice e di Accumoli, per riavvicinarla alle opere a cui era legata, così da non interrompere il legame con un passato che il terremoto ha quasi azzerato. L’abbiamo fatto per tenere alta l’attenzione su una ferita, quella del terremoto del Centro Italia, ancora aperta ma che sembra già rimossa. Il restauro del primo blocco di opere è concluso ma d’intesa con la Soprintendenza il laboratorio resta aperto, per continuare il lavoro”.

Le opere

Fanno parte di un pacchetto di 48 pezzi che lo scorso 13 gennaio scorso sono state prelevate dal deposito allestito all’indomani del terremoto dal Mibact nella Scuola Carabinieri Forestali di Cittaducale e poi trasferite a Rieti per essere restaurate. In quello stesso giorno il Ministro Dario Franceschini, inaugurando il laboratorio di Palazzo Dosi, parlava di un “esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato che si può esportare anche in altre realtà”.
Il 7 febbraio scorso, c’è stata la visita al Varrone Lab di Rieti da parte di un folto gruppo di amatriciani e accumolesi per rivedere tele, statue delle loro chiese, stendardi, quadri e le pale d’altare del museo civico, le vie crucis che ornavano le cappelle. Grande è stata la loro commozione mentre sostavano davanti a ogni singolo pezzo. Le opere sono state restaurate da Anna Paola Salvi, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Frosinone, Latina e Rieti affidata a Giuseppe Cassio. Tra queste c’è la tela di Sant’Emidio, Santo protettore dai terremoti, recuperata da Accumoli e gravemente danneggiata dal crollo della chiesa di San Francesco, che la custodiva; e l’altra tela sempre di Sant’Emidio, venerata nella chiesa di Poggio Vitellino di Amatrice, che al pari risultava essere danneggiata. Inoltre, sono tornate alla luce: la statua di San Francesco, estratta dalle macerie della chiesa di San Francesco di Amatrice dai Vigili del Fuoco, mutilata; il Cristo in Gloria recuperato dalla chiesa di San Giovanni di Accumoli, il San Michele Arcangelo della chiesa di Casali della Meta e la Madonna con Bambino di Scai, resi quasi irriconoscibili dai danni provocati dal sisma.
Il lockdown ha, indubbiamente, rallentato il restauro, ma non interrotto l’operazione voluta dalla Fondazione Varrone d’intesa con la Soprintendenza, la Chiesa di Rieti e i Comuni di Amatrice e Accumoli. A fine luglio, il restauro è stato completato. Il prossimo 18 settembre ad Amatrice sarà presentato un importante volume pubblicato da Electa  a cura della Fondazione sulla mostra interamente dedicata all’arte sacra dei borghi della Laga colpiti dal terremoto del 2016.

Giulia Ficarola: