Un uomo di 43 anni è stato scoperto e denunciato dai Carabinieri della Compagnia di Rende, in provincia di Cosenza, per aver percepito il reddito di cittadinanza nonostante si trovasse agli arresti domiciliari.
Le accuse
Il soggetto in questione è stato accusato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, omessa comunicazione di informazioni rilevanti ai fini della revoca del reddito di cittadinanza e false dichiarazioni.
Le risultanze investigative
Nel corso di verifiche ed accertamenti svolti in sinergia con gli uffici dell’Inps e mediante incroci di dati disponibili, i Carabinieri hanno rilevato che l’uomo aveva omesso di comunicare di essere sottoposto alla misura cautelare in questione continuando così a percepire in maniera fraudolenta il sussidio grazie a false informazioni comunicate all’Istituto di previdenza. Oltre a ciò, l’indagato dovrà restituire una somma pari a circa 10.500 euro.
Cosa prevede la normativa
La legge vigente prevede l’obbligo per i richiedenti di questa misura di sostegno al reddito, al momento della presentazione della documentazione, di comunicare l’eventuale presenza di cause impeditive come le misure cautelari coercitive personali o variazioni della condizione economica che modificano i presupposti necessari per la concessione del beneficio.