“I rifugiati come risorsa che migliorano la nostra vita e che ci rendono persone più ricche e più vicine a Dio”. Queste le parole usate da quattro cattolici impegnati in prima linea ad aiutare chi arriva da terre lontane e si deve integrare, in un messaggio diffuso dai vescovi di Inghilterra e Galles in occasione della Giornata mondiale dei migranti e rifugiati che ricorre domenica prossima.
I rifugiati chiedono un cambiamento
Parlano via Zoom con il vescovo Paul McAleenan l’arcivescovo iracheno Nathanael Nizar Semaan, della diocesi di Hadiab Erbil, nel nord dell’Iraq. Sarah Teather, direttrice del Servizio per i rifugiati dei Gesuiti nel Regno Uniti. Il richiedente asilo Ben dell’organizzazione “I rifugiati chiedono un cambiamento”. Il frate Johannes Maertens che ha lavorato per anni nel “Campo Giungla” di Calais nel nord della Francia. Oggetto della conversazione il messaggio diffuso da Papa Francesco.
Le emergenze umanitarie
Questa crisi, infatti, per la sua veemenza, gravità ed estensione geografica, ha ridimensionato tante altre emergenze umanitarie che affliggono milioni di persone, relegando iniziative e aiuti internazionali, essenziali e urgenti per salvare vite umane, in fondo alle agende politiche nazionali. Ma “non è questo il tempo della dimenticanza. La crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze che portano con sé i patimenti di molte persone”.
I migranti come risorsa
“Mi ha colpito come il Santo Padre abbia descritto i migranti come risorsa”, spiega la responsabile del Servizio per i rifugiati dei Gesuiti, “e come li consideri persone che ci arricchiscono. Questa è certo l’esperienza della nostra comunità”. Le fa eco frate Johannes che racconta come si senta profondamente grato per quelle ore trascorse al servizio di chi viene mantenuto ai margini e che rappresenta, invece, un tesoro per la nostra società. La conversazione è disponibile sul sito della Conferenza episcopale.