La senatrice siciliana di FI Urania Papatheu ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito all’ottimizzazione dell’utilizzo da parte dell’Italia delle risorse del Recovery Fund. Un tema quanto mai attuale dopo l’appello del commissario UE agli Affari economici, Paolo Gentiloni, a dettagliare il Piano italiano su tempi e obiettivi, adeguandolo alle linee prioritarie d’intervento contenute nelle raccomandazioni UE al nostro Paese. Tra queste, l’impegno a ripianare il profondo divario tra Nord e Sud per avviare uno sviluppo armonico e unitario.
“L’Italia crescerà solo se crescerà il Sud” afferma la senatrice, ribadendo quanto detto dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che ha definito il Recovery Plan una grande occasione per il rilancio del nostro Paese, con particolare attenzione al Sud.
“Al Mezzogiorno non servono interventi spot e assistenzialistici. Serve un progetto che coniughi il suo sviluppo con quello dell’intero Paese. I porti del Sud, gli snodi ferroviari, le grandi infrastrutture per collegare l’Italia al proprio interno e con l’Europa sono importanti per tutta la nazione. Investire nel Sud, facendone un punto di riferimento produttivo per il Nord e per l’Europa, non solo stimolerebbe occupazione e produttività sul territorio e spazzerebbe via divari secolari ma andrebbe a tutto vantaggio dell’economia nazionale”.
Va detto, però, che per la realizzazione di un progetto così importante e ambizioso, che segnerebbe una svolta epocale nella storia italiana, servono competenze adeguate. Così, per promuovere una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile non si potrà fare a meno di destinare una cospicua parte delle risorse del Recovery all’istruzione e alla formazione. “Non investire sulla formazione e sulla crescita del capitale umano, oltre che sulle infrastrutture, significherebbe costruire un sistema privo di fondamenta solide. Sarebbe un errore – dice la senatrice – che ci confinerebbe ai margini di un’Europa che da noi si aspetta un ruolo ben diverso: un’Italia forte, a un’unica velocità, punto d’incontro strategico per dialogare con i paesi del Mediterraneo”.
“Oggi potremmo ridisegnare una nuova Europa che rinasca dal Mediterraneo attraverso una politica di vicinato, che coinvolga maggiormente il Sud per creare nuove sinergie a livello locale, regionale e continentale”.
“Come donna del Sud credo fermamente nelle potenzialità del Mezzogiorno e nel suo ruolo determinante per unire le due sponde del Mediterraneo in un comune progetto di sviluppo che parta dal dialogo già esistente con alcuni paesi del continente africano. Per questo, mi farò portavoce, anche attraverso il gruppo interparlamentare amici del Marocco, di un progetto di integrazione economica sociale e culturale con l’obiettivo di creare un’area euromediterranea di pace, sviluppo e stabilità; un hub logistico e commerciale destinato al mercato africano ed europeo”.