L’area circostante uno dei pochi ospedali ancora operativi nel nord della Striscia di Gaza, il Kamal Adwan di Beit Lahia, è diventata per ore campo di battaglia, lasciando a terra oltre 50 morti. L’esercito israeliano, a caccia di terroristi di Hamas, ha fatto irruzione in un edificio vicino mettendolo a ferro e fuoco. Ha ordinato l’evacuazione dell’ospedale 15 minuti prima dell’assalto e, come sempre tra versioni discordanti, si è scatenato l’inferno.
L’operazione
L’Idf ha annunciato l’operazione affermando di avere avuto informazioni dall’intelligence sulla presenza di “infrastrutture terroristiche e di agenti che svolgevano attività terroristiche nell’area dell’ospedale Kamal Adwan di Jabaliya”, ritenuto “una roccaforte terroristica di Hamas”. Già colpita in ottobre, la zona, secondo l’esercito, “è tornata ad essere una roccaforte chiave“, nonostante i ripetuti appelli israeliani ad “astenersi dallo sfruttare l’ospedale per attività militari”. I soldati della 401/a Brigata sotto il comando della 162/a Divisione sono quindi entrati in azione, dopo un ordine di sgombero “entro 15 minuti”.
Le vittime
Tra gli oltre 50 morti, almeno tre membri dello staff medico, che andranno ad aggiungersi alle 45.436 vittime di questa guerra, secondo i conteggi di Hamas. Il movimento palestinese accusa i soldati israeliani di aver preso d’assalto la struttura ospedaliera “costringendo il personale medico, i pazienti, i feriti e gli sfollati a evacuare”. Citando il direttore dell’ospedale, il ministero della Salute del territorio palestinese gestito da Hamas ha affermato che l’esercito israeliano ha “dato fuoco a tutti i reparti chirurgici dell’ospedale” e che “ci sono molti feriti tra il personale medico”. Secondo Safiya, al momento dell’attacco l’ospedale ospitava circa 350 persone, tra cui 75 feriti e malati, oltre a 180 membri del personale medico. Lo stesso direttore ha riferito che l’edificio di fronte, che ospitava il personale sanitario e le rispettive famiglie, è stato raso a suolo. Tra le vittime un pediatra, un tecnico di laboratorio e un addetto alla manutenzione dell’ospedale. L’esercito israeliano non ha intanto trascurato gli altri suoi fronti di guerra, effettuando attacchi aerei contro “infrastrutture” situate al confine tra Siria e Libano, vicino al villaggio di Janta, ritenuti siti per il contrabbando di armi per Hezbollah, e contro una farmacia del libano meridionale ritenuta un deposito di armi.
Missili dagli Houthi
E, se l’Onu ha condannato l’escalation tra Israele e lo Yemen, non cessano le ostilità: i ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato il lancio di un missile balistico ipersonico contro l’aeroporto di Tel Aviv che ha provocato 18 feriti lievi e la sospensione dei voli per 30 minuti. Un altro missile è stato intercettato, afferma l’Idf, “fuori dallo spazio aereo israeliano”. I ribelli ribadiscono: non si fermeranno finché Israele non lascerà Gaza. In serata nuovi raid aerei hanno scosso la capitale yemenita Sana’a.
Fonte Ansa