Prove di dialogo tra Conte e il centrodestra. Gelo Palazzo Chigi-industriali

Logo Interris - Lutto nazionale: bandiere a mezz'asta anche nei palazzi delle istituzioni. Ma il dibattito politico non si ferma

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Lo scenario politico si muove attorno alle prospettive del rilancio economico post-Covid e sui piani strategici di investimento dei fondi europei. “Vediamo i fatti”, afferma Matteo Salvini, intervenendo agli “Stati generali delle professioni” in videocollegamento. Il leader leghista risponde a una domanda sull’appello del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte alla collaborazione. Aggiunge il segretario del Carroccio: “Sono pronti i nostri emendamenti, vi aggiornerò se saranno approvati, siamo ottimisti che non metteranno la fiducia sul decreto rilancio”.

Reazioni

parole del premier Conte nella conferenza stampa di ieri, sono al centro delle interviste di oggi sui principali quotidiani. L’Agi segnala le reazioni negative da parte di due esponenti dell’opposizione, il governatore leghista del Veneto Zaia e il deputato azzurro Brunetta. Ma spicca anche il commento negativo del vicepresidente di Confindustria Rossi che arriva ad accusare il governo di perseguire la decrescita. Fa da contraltare il leader della Cgil Landini che definisce vecchie le tesi di Confindustria e chiede al governo di decidere da che parte stare. Dal fronte della maggioranza, il dem Martina propone il taglio del cuneo fiscale per “salvare” il Nord produttivo. Per Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, “Giuseppe Conte non può pretendere di imbambolare gli italiani a suon di sermoni, ignorando i reali bisogni del Paese. Ieri ha sciorinato un programma decennale di governo, ma non ha detto una parola su cosa il suo esecutivo ha fatto in questi mesi di emergenza. E qui i nodi vengono al pettine. Non basta solo e sempre rilanciare, ogni tanto bisogna fermarsi e guardarsi indietro, raccogliendo quanto seminato. E il premier in questi mesi ha seminato poco e male“.

Errebi – Mirco Toniolo

Coinvolgimento

Aggiunge Gelmini: “Le imprese, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno né prestiti né risorse a fondo perduto; tantissimi lavoratori non hanno ricevuto la cassa integrazione; i lavoratori autonomi, i commercianti, i ristoratori, gli albergatori sono stati letteralmente abbandonati a loro stessi. Adesso il presidente del Consiglio vuole un dialogo con le opposizioni? Noi ci siamo, ma pretendiamo di essere realmente coinvolti, vogliamo vedere fatti. Non è più tempo delle sole parole al vento”. Osserva il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: “Il premier propone un patto per la ripresa. Sì, ma una ripresa lenta, tutti in coda a passo di lumaca! Perché per partire veloci servono strade, autostrade, ferrovie. E per ora i cantieri sono tutti fermi. Prendo la Liguria come esempio: tre concessioni autostradali, due scadute, una in contenzioso. È così miliardi di investimenti bloccati. La Gronda, i nuovi caselli del Ponente, il tunnel della Fontanabuona, tanto per dirne alcune. Il governo deve decidere da due anni. Noi abbiamo ricostruito il ponte di Genova. Loro non hanno ancora deciso che fare. Nel frattempo, tutti in coda perché si è capito che è urgente rifare le gallerie. Che scoperta! Propongono un nuovo patto per la ripresa ma tanto bombardano il ‘‘modello Genova”, non sia mai che qualcuno dimostri che le cose si possono fare. Basta proclami: un nuovo patto per la ripresa non può che partire da due verbi: decidere e fare. Qui siccome non riescono neppure a scegliere un candidato, si rimandano anche le elezioni’‘.

Paola Anderlucci: