Non ci sono stati sbarchi durante la notte a Lampedusa. Dopo 48 ore di caos – compresa la morte di un neonato per affogamento – all’hotspot sono presenti, al momento, 4.457 migranti.
Notte di tregua a Lampedusa, nessuno sbarco
Non ci sono stati sbarchi durante la notte a Lampedusa. Anche oggi, su disposizione del commissario per l’emergenza immigrazione Valerio Valenti e del prefetto di Agrigento Filippo Romano, sarà una giornata da tour de force per i trasferimenti. Quasi duemila persone lasceranno l’isola: 453 con nave dedicata al trasferimento, la “Lampedusa”, andranno a Trapani; 480 con nave dedicata “Veronesi” verranno trasferiti ad Augusta, 700 con il traghetto di linea Galaxy che farà rotta su Porto Empedocle e 300 con nave militare Orione che farà rotta su Catania.
Migranti si allontano da hotspot Lampedusa in cerca di cibo
Con sacchetti di plastica in mano o con la classica busta che gli viene data all’hotspot, decine e decine di migranti ieri sera si aggiravano a Lampedusa lungo via Roma, il corso principale del paese. Tutti giovani, molti dei quali minorenni, sono riusciti ad allontanarsi dall’hotspot quando, nel tardo pomeriggio, c’è stato un momento di caos proprio durante la distribuzione dei pasti. I migranti in giro per Lampedusa, molti dei quali tenevano stretta fra le braccia una bottiglia d’acqua minerale da 2 litri, non hanno creato fastidi né problemi d’ordine pubblico: cercavano soltanto qualcosa da mangiare in mezzo ai tanti turisti in vacanza sull’isola. Con difficoltà, visto che non parlano italiano, hanno cercato di informarsi sul costo della pizza o di un panino. Un ragazzo si è anche stupito del fatto che una bottiglietta di mezzo litro di acqua minerale costasse 2 euro. La Croce Rossa italiana e la polizia, per tutta la notte, hanno setacciato ogni angolo di Lampedusa e sono riusciti a convincere molti di loro a rientrare all’hotspot di contrada Imbriacola.
Protezione civile siciliana in arrivo a Lampedusa
Sono in partenza da Porto Empedocle le prime squadre di tecnici e volontari provenienti da ogni provincia siciliana equipaggiati con materiali, mezzi e attrezzature per aiutare a fronteggiare la situazione di eccezionale affluenza a Lampedusa. La Protezione civile regionale, su impulso del governatore Renato Schifani, ha raccolto la richiesta avanzata in queste ore dal sindaco dell’isola e dalla prefettura di Agrigento per assicurare alloggio e un ricovero temporaneo consono ai tanti migranti che stanno raggiungendo le coste italiane, così come prevedono le normative umanitarie e internazionali. Lo ha disposto il dirigente generale della Protezione Civile della Presidenza della Regione Siciliana, Salvo Cocina, rivolgendosi, in una nota, ai dirigenti territoriali del Dipartimento
Migranti, Tajani: “La situazione può perfino peggiorare”
La situazione degli sbarchi dei migranti può “perfino peggiorare” nei prossimi mesi. E l’Italia “come hanno detto giustamente sia la presidente del Parlamento europeo Metsola che la presidente della Commissione von der Leyen, deve essere aiutata a livello continentale. Non possiamo essere lasciati soli”. Lo dice, in un’intervista al Corriere della Sera, Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier. Secondo Tajani, “o prendiamo il toro per le corna, o non ne usciamo. Non basta nemmeno la sola Europa per affrontare un problema così enorme, che interessa non solo quasi l’intera Africa ma anche l’afflusso dalla rotta balcanica. Per questo abbiamo coinvolto le Nazioni Unite, il G20 – afferma il ministro -, abbiamo lavorato a una grande conferenza internazionale che deve essere l’avvio di un vero processo di stabilizzazione del Sahel”. “Noi facciamo tutto quello che è umanamente possibile: i ministeri della Difesa, dell’Interno, il mio, sono al servizio e al lavoro per affrontare l’emergenza”, aggiunge Tajani che poi spiega: “Io ho appena fatto convocare al ministero gli ambasciatori di Guinea e Costa d’Avorio, Paesi da cui partono centinaia di migranti irregolari per l’Italia, e ho chiesto che ci sia un criterio più rigido per frenare le partenze, per accettare i rimpatri. Per evitare che queste persone affamate e disperate arrivino in Tunisia e salpino poi verso le nostre coste. E ancora – prosegue Tajani -, sono in continuo contatto con i miei omologhi di Algeria e Tunisia, che assicurano collaborazione, ma anche loro da soli non ce la fanno. Il piano Ue per la Tunisia lo affronteremo già a New York”. Quanto alla questione della tassa sugli extraprofitti, Tajani sottolinea di apprezzare “che la premier Meloni abbia aperto a correttivi”. E sull’incarico a Mario Draghi in Europa: “È l’uomo giusto al posto giusto”, afferma.
Fonte: Ansa