Avevano trasformato tre appartamenti in moderni bordelli. Grazie all'operazione “Bed&Babies”, la polizia di Stato di Agrigento ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per gli arresti domiciliari, emessa dal gip Alessandra Vella, a carico di tre memebri della stessa famiglia: padre, madre e figlio, gestori delle case a luci rosse. Si tratta di Emanuele Pace, 67 anni, della moglie Pierina Miccichè, 63 anni, e del figlio Visilij, 30 anni, ritenuti responsabili, in concorso, del reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione aggravato.
L'operazione
Il personale della Squadra Mobile, diretta da Giovanni Minardi, ha sviluppato, per diversi mesi e fino all'inizio del 2019, una attività  investigativa che ha permesso di accertare che un notevole flusso di persone si recavano, per prestazioni sessuali, presso tre abitazioni in via Saponara, tutte riconducibili al nucleo familiare arrestato, al quale le ragazza e i trans pagavano un prezzo per l'utilizzo deglia ppartamenti con prezzi di affitto maggiorati, usufruendo anche dei servizi di supporto logistico degli arrestati. Le attività  – che hanno coinvolto una ventina di agenti – sono state coordinate dal sostituto procuratore Elenia Manno, della Procura della Repubblica di Agrigento, diretta da Luigi Patronaggio. Gli elementi a carico dei congiunti Pace sono costituiti da attività  di monitoraggio, perquisizioni, sequestri ed acquisizioni documentali, nonché i riscontri sui siti di incontri hot nella provincia. Nel corso dell'indagine sono state riprese, grazie alle immagini delle telecamere, una cinquantina di prostitute, tra ragazze e transessuali, e numerosi clienti, di diverse età  e professioni, che sono stati accompagnati alla Squadra mobile dove hanno confermato il motivo delle loro “visite” in via Saponara. Lo scorso 27 ottobre, sempre a Messina, grazie alla battaglia contro lo sfruttamento della prosituzione voluta dal sindaco Cateno De Luca, la polizia aveva scoperto e chiuso un altro “bordello”: un appartamento sito in via Carlo Botta.