Persone non identificate hanno depredato nel cimitero di Mileto gli oggetti contenuti in una cappella funeraria all’interno della quale è sepolto un bimbo, Sergio Maria Scalzo, deceduto nel settembre dello scorso anno. Non è stata toccata la tomba del piccolo la cui prematura scomparsa aveva destato profonda commozione in tutta la comunità di Mileto. I responsabili del furto hanno portato via tutti gli oggetti, dai vasi ai tappeti ai simboli religiosi e altri arredi. I familiari, una volta scoperto l’accaduto, hanno immediatamente presentato denuncia ai carabinieri di Mileto che hanno avviato le indagini per risalire ai responsabili del furto. Danni sono stati causati anche ad altre sepolture presenti nelle vicinanze. Episodi simili sono documentati nel libro d’inchiesta “Gli artigiani del diavolo” di don Aldo Buonaiuto (Rubbettino).
Pista satanica
“Mileto è il paese in cui ha vissuto, nella frazione Paravati, la mistica Natuzza ed è molto probabile che laddove viene emanato odore di santità possa esistere anche un “contro-odore” di satanismo– afferma a Interris.it il sociologo Antonio Marziale, garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria-. Intorno ai grandi luoghi di culto la tentazione satanica è sempre proliferata, alimentata da menti malate che fanno presa sui soggetti indeboliti dalle condizioni psichiche, sociali, economiche. Poi, essendo in Calabria, sappiamo come e quanto le logiche para-religiose si intreccino anche con il crimine organizzato, che forma i propri adepti bruciando immagini sacre e scomodando la Bibbia”. E Aggiunge Marziale: “Oltre questo, l’altra ipotesi è che si tratti di un furto da “morti di fame”, di gente disperata che si aggrappa ad un tappetino per rivenderlo e con i lumini ricicla la cera, cosa molto possibile in tempi oscuri come quello che stiamo attraversando, ma debole rispetto al ragionamento che porta al satanismo, perché i “morti di fame” avrebbero rubato anche altrove, nelle tombe circostanti e non si sarebbero limitati al tappetino. La cosa è proprio mirata”