“La somministrazione della pillola abortiva Ru486 solo con ricovero è appena un primo passo verso la vera soluzione”. Lo ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus rispetto alla decisione del Piemonte sull’aborto farmacologico solo in ospedale.
“La scelta migliore, a favore delle donne, è quella di aiutarle e sostenerle per accogliere la vita che è dentro di loro. Per noi va condannata, senza se e senza ma, la somministrazione “fai da te” della pillola abortiva Ru486 in day hospital perché non è vero che questa scelta sia indolore: sul piano fisico comporta contrazioni dolorosissime e solo in America sono morte 24 donne fino al 2018“, ha aggiunto Brandi.
“In pochi sanno che per accertare la morte per RU486 occorre un’autopsia perciò la percentuale statistica di donne che ci hanno lasciato la pelle rappresenta solo la punta dell’iceberg. Negli USA a causa della RU486, nello stesso rapporto della FDA risultano più di 4.600 complicanze con dolori forti e prolungati, gravi emorragie, rischio complicazioni con gravidanze extra uterine, infezioni e altro” ha continuato il vice presidente della Onlus Jacopo Coghe.
“Chi abortisce, che lo faccia con una pillola o no, va incontro a sofferenze emotive, ansia, depressione, disturbo post traumatico da stress, abuso di sostanze, comportamenti autolesionistici fino al tentativo di suicidio e altri problemi di salute mentale connessi all’aborto” ha concluso Brandi.