Il gip di Milano ha nominato un pool di otto esperti che dovrà accertare la sussistenza o meno del “nesso di causalità tra i decessi e le infezioni” di Covid19 – circa 400 tra gennaio e aprile 2020 – al Pio Albergo Trivulzio di Milano.
Covid: gip Milano, sul caso del Trivulzio serve una perizia
Servirà una perizia per fare chiarezza nelle nuove indagini sulle morti, circa 400 tra gennaio e aprile 2020, degli anziani nella prima ondata Covid al Pio Albergo Trivulzio di Milano. Lo ha deciso il gip milanese Marta Pollicino nominando un pool di otto esperti che dovrà accertare la sussistenza o meno del “nesso di causalità tra i decessi e le infezioni riscontrate tra gli ospiti” e “il personale”, tra il primo febbraio e il 30 giugno 2020, e le “eventuali inosservanze” delle misure di sicurezza.
La decisione sulla perizia, con la formula dell’incidente probatorio, è arrivata dopo che l’indagine nei mesi scorsi è ripartita, perché il gip Alessandra Cecchelli a fine giugno ha respinto l’istanza di archiviazione che i pm avevano formulato per il dg Giuseppe Calicchio, indagato per omicidio e epidemia colposi e violazione delle regole sulla sicurezza, e per la struttura, la storica ‘Baggina’ milanese. All’archiviazione del fascicolo si era opposta l’associazione Felicita, che rappresenta i familiari degli anziani, coi legali Luigi Santangelo e Luca Santa Maria. Il giudice ha fissato un’udienza per il 6 marzo per il conferimento dell’incarico ai periti e per la formulazione dei quesiti per i nuovi accertamenti. Una trentina le persone offese nel procedimento, tra cui la stessa associazione Felicita.
Il giudice Cecchelli (poi passato a nuovo ruolo) aveva stabilito la necessità di altri 6 mesi di indagini per arrivare ad effettuare una “perizia”. Nei mesi scorsi l’aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Mauro Clerici e Francesco De Tommasi nell’ambito dei nuovi accertamenti hanno delegato la Gdf a effettuare ulteriori acquisizioni di documenti e cartelle cliniche al Trivulzio, andando oltre il periodo già preso in considerazione nella maxi consulenza disposta in passato dai pm (che andava da gennaio a metà aprile 2020) e arrivando fino al giugno di due anni fa. E sono stati ascoltati, come richiesto dal giudice, i parenti di alcuni anziani morti.
Poi, è arrivata la richiesta di perizia da parte della Procura, assieme a quella avanzata anche dall’associazione Felicita, che ha chiesto pure di indagare su presunte responsabilità “omissive” dell’amministrazione regionale. Il giudice Pollicino ora scrive che “dall’esito della perizia potrebbero ricavarsi elementi fondamentali per l’esercizio dell’azione penale e per sostenere l’accusa in giudizio”. Il gip, inoltre, lascia aperta la possibilità ai periti di individuare anche un periodo che vada oltre il giugno 2020. Periti che dovranno valutare, poi, le eventuali carenze nelle misure di contenimento del virus “alla luce dell’evoluzione” delle normative, “delle conoscenze scientifiche e delle pratiche assistenziali” al tempo dei fatti.