Migliaia di cittadini sono scesi in strada, per la sesta notte consecutiva, per protestare dopo la nuova pronuncia della Corte costituzionale che vieta l’aborto eugenetico.
Premier Morawiecki
Il premier polacco Mateusz Morawiecki è intervenuto condannando i cortei e chiedendo l’aiuto dell’esercito per rispondere alle “barbarie, aggressioni e atti di vandalismo”, affermando di temere “l’escalation della tensione sociale”.
I manifestanti hanno infatti colpito chiese, imbrattato edifici di culto, interrotto messe e aggredito alcuni fedeli. A Poznan, dove ha sede monsignor Stanislaw Gadecki, presidente della conferenza di vescovi, per far uscire i giovani dalla cattedrale è dovuta intervenire la polizia.
Polonia in fiamme
Il vicepremier e leader del partito al governo Pis (Diritto e Giustizia), Jaroslaw Kaczynski, ha invitato i suoi sostenitori a scendere in strada a loro volta per “difendere le chiese”. “È arrivato il tempo in cui dobbiamo saper dire no a chi vuole distruggerci, difendiamo la Polonia!”, ha tuonato Kakzynski, sollecitando “seguaci e simpatizzanti a difendere la chiese, attaccate per la prima volta nella storia della Polonia”.
Coronavirus
Intanto il Coronavirus prosegue a diffondersi. Ieri si è toccato un nuovo record di 16.300 contagi e 130 morti in 24 ore. Il Paese è ormai per intero “zona rossa“, con un limite agli incontri di 5 persone. Anche il presidente polacco Andrzej Sebastian Duda è in isolamento dopo esser risultato positivo al virus.