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Pfizer: ipotesi risposta immunologica più forte con richiamo a tre mesi

L'Ema ha approvato la conservazione delle fiale di vaccino non aperte in frigorifero per circa un mese, rispetto ai 5 giorni attualmente prescritti

Nel dibattito se ampliare o meno l’intervallo di tempo tra la somministrazione della prima e della seconda dose di vaccino Pfizer-BioNTech – da 21 giorni fino a 42 – per poter garantire più rapidamente una prima inoculazione del prodotto, si inseriscono due nuovi elementi: una decisa risposta immunologica a lungo termine e tempi più lunghi di conservazione.

Risposta immunologica tripla

Nuovi dati scientifici attualmente in via di pubblicazione su una autorevole rivista scientifica evidenzierebbero, per il vaccino Pfizer, che a circa tre mesi dalla prima somministrazione (12 settimane) si ha una risposta immunologica tripla rispetto all’intervallo di 21 giorni previsto inizialmente per il richiamo, soprattutto nei soggetti più anziani.

La raccomandazione dell’Ema

Si diceva, inoltre, dei tempi più lunghi di conservazione. L’Agenza europea dei medicinali, Ema, ha approvato la conservazione del vaccino anti-Covid19 di Pfizer/BioNTech in fiale non ancora aperte in frigorifero fino a un mese, rispetto ai cinque giorni attualmente consentiti, a una temperatura tra i 2 e gli 8 gradi. La modifica è stata approvata dopo una valutazione di ulteriori dati di studi di stabilità sul siero Pfizer.

I flaconcini del vaccino prima di essere utilizzati devono essere estratti dai congelatori speciali in cui sono conservati a temperature molto più basse, fino a -90 gradi Celsius, e scongelati prima di poter essere somministrati. L’estensione della conservazione in frigo dopo lo scongelamento permetterà di facilitare la manipolazione, la distribuzione e l’uso delle dosi, con un impatto significativo sulla pianificazione e la logistica delle campagne di vaccinazione di massa in corso negli Stati membri dell’Ue.

Dopo questa modifica si potranno usare ancora per un mese le fiale già scongelate eventualmente rimaste inutilizzate nei centri vaccinali, invece di sprecarle. Le modifiche descritte saranno incluse nelle informazioni pubblicamente disponibili sul vaccino Comirnaty, quello prodotto dalla multinazionale farmaceutica statunitense, sul sito web dell’Ema, e saranno ora aggiunte dal produttore nell’etichettatura aggiornata e nel foglio illustrativo del prodotto

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