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Perugia, cinque arresti per sfruttamento della prostituzione

Le ragazze, portate in Italia con l'inganno, erano costrette a prostitursi con minacce e percosse

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno dato esecuzione a Perugia ad un’ordinanza di misure cautelari personali e a un sequestro preventivo emessi dal gip del tribunale di Perugia su richiesta della Procura nei confronti di cinque cittadini rumeni, due in carcere e tre agli arresti domiciliari. Ulteriori sei cittadini rumeni sono ricercati anche all’estero destinatari dello stesso provvedimento restrittivo.

Le risultanze investigative

A seguito di una articolata indagine di polizia giudiziaria che ha visto gli agenti della Squadra Mobile della questura di Perugia impegnati in diverse provincie italiane, quali ad esempio Roma, Milano, Pavia, Lodi, Fermo e Mantova oltre alla stessa Perugia dopo la denuncia di un tentativo di estorsione compiuto da tre romeni nei confronti di un cittadino italiano il quale, dopo aver incontrato un loro connazionale all’interno di un appartamento, si era appropriato della somma di euro 900. A partire da tale momento, l’uomo era diventato bersaglio abituale del sodalizio criminale che, attraverso svariate minacce, pretendeva la somma di tremila euro.

La scoperta dello sfruttamento

Dagli accertamenti investigativi posti in essere, è emerso che, tale sodalizio criminale composto da svariati soggetti provenienti da una regione del sud della Romania, era dedito allo sfruttamento della prostituzione attraverso il reclutamento – compiuto con artifizi e raggiri – di giovani ragazze che, dopo il loro ingresso in Italia, venivano costrette a prostituirsi con minacce e violenze all’interno di abitazioni prese in affitto e sulle strade. A seguito degli accertamenti fiscali compiuti dai militari della Guardia di Finanza è altresì emerso che, grazie a tale racket, gli indagati – nonostante percepissero il reddito di cittadinanza – avevano una disponibilità economica elevata nell’ordine di migliaia di euro al giorno nonché svariate auto di lusso.

Le accuse

A seguito di ciò, la locale Procura della Repubblica, ha formulato per gli indagati i seguenti capi di imputazione “associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione, truffa ai danni dello Stato e indebita percezione del reddito di cittadinanza”.

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