Il nuovo presidente peruviano Pedro Castillo, insediatosi ieri a Lima al potere per cinque anni, ha annunciato ieri nel corso del suo primo discorso ufficiale nella sede del Congresso (Parlamento unicamerale) la sua volontà di presentare un progetto di legge di riforma costituzionale che, dopo l’approvazione dovrà essere sottoposto a giudizio del popolo mediante referendum.
Ci sono voluti più di 40 giorni di attesa, ma alla fine il maestro elementare e leader sindacale ce l’ha fatta: dopo aver respinto tutti i ricorsi presentati da Keiko Fujimori, il Tribunale nazionale elettorale lo ha proclamato, lunedì sera, presidente del Perù per i prossimi cinque anni.
Perché cambiare la Costituzione?
Dopo aver osservato che gran parte della popolazione giovane peruviana non ha potuto dare la sua opinione nella definizione della Costituzione approvata nel 1992 durante la presidenza di Alberto Fujimori, Castillo ha annunciato che “presenteremo al Congresso della Repubblica, nel rispetto scrupoloso della procedura costituzionale prevista dall’articolo 206 dell’attuale Costituzione, un disegno di legge di riforma della stessa”.
Esso, ha aggiunto riportato da Ansa, “dopo essere stato analizzato e discusso dal Parlamento, ci auguriamo possa essere approvato e poi sottoposto a ratifica in un referendum popolare”. Il capo dello Stato ha precisato al riguardo che “l’eventuale Assemblea costituente che redigerà una nuova Costituzione “dovrà essere nella composizione multietnica, popolare e con parità di genere”.