Si chiude con un settimo posto nei 200 stile libero l’avventura alle Olimpiadi di Federica Pellegrini: la Divina, nella quinta finale ai Giochi nella sua specialità, non va oltre il penultimo posto fermando il cronometro in 1’55″91.
La finale 200 mt stile libero femminile
A vincere della finale dei 200 stile libero di Tokyo 2020 è Ariarne Titmus, che in un colpo si prende oro e record olimpico (1’53″50), anticipando di quasi mezzo secondo Bernadette Siobhan Haughey, che regala l’argento ad Hong Kong. A completare il podio è la canadese Penny Oleksiak, mentre delude Kathleen Ledecky: l’americana non va oltre il quinto posto con il tempo di 1’55″21, appena 7 decimi in meno rispetto a Federica Pellegrini, che a Tokyo ha nuotato più veloce di quanto fatto a Londra 2012 (dove chiuse quinta in 1’56″63). L’ennesima dimostrazione di un’atleta sempre pronta tanto a migliorarsi quanto a stupire il mondo intero.
Le congratulazioni di Zaia
“Pellegrini è l’unica atleta per la quale il podio in finale non avrebbe aggiunto niente, perché nell’olimpo dello sport ci era arrivata prima, nella notte di Tokio nella quale è entrata in finale nei 200 stile libero. Prima atleta nella storia dello sport olimpico, a centrare cinque finali consecutive nella stessa specialità. Chiamarla Divina non basta più, dovremo inventare qualcosa di più grande”. Così il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprimendo “orgoglio e ammirazione” per la nuotatrice veneziana, che ha scritto una delle pagine più epiche della storia delle Olimpiadi.
“Federica ha nuotato le sue ultime quattro vasche olimpiche nella gloria – prosegue Zaia – e, per una volta, quelle che l’hanno preceduta sono passate in secondo piano. Credo che ognuna di loro sogni di proseguire la carriera sulla scia di Fede: da 16 a 32 anni di età sempre sulla cresta dell’onda, record dopo record, medaglia dopo medaglia, trionfo dopo trionfo. E dopo ogni caduta, inevitabile nella carriera di uno sportivo, eccola riemergere, con la forza di una tigre, una determinazione unica, un cuore grande così, fino a questo epilogo storico e commovente”.
“Grazie Fede – aggiunge Zaia – per le gioie sportive che ci hai regalato, ma anche per il messaggio che hai mandato e mandi alle giovani generazioni: non mollare mai, metterci il cuore ma anche l’anima, amare quello che fai, anche le fatiche e i sacrifici. Ciò che vale, non solo nello sport ma in tutte le attività della vita, dallo studio al lavoro”.