Due donne a Camera e Senato, in veste di capigruppo. Enrico Letta inizia a diramare le prime strategie sulla segreteria dem che sarà, accelerando sulla sostituzione dei due rappresentanti del Partito democratico in Parlamento. Il tutto nell’ottica di un partito scevro da personalismi e invitando alla cautela sui veti alle alleanze. In un’intervista a “Il Tirreno”, l’ex premier traccia le linee guida del nuovo Pd, spiegando che “i circoli troppo spesso sono stati usati più per costruire carriere che per creare dibattiti. Non posso immaginare che nel nostro partito ci siano solo volti maschili al vertice”.
Letta: “Spazio ai giovani”
Le leadership miste, secondo Letta, potrebbero costituire un’arma vincente, specie in una fase in cui la stessa Europa dimostra di avere guide importanti in posizioni chiave, come Von der Leyen alla Commissione e Lagarde alla Bce. “Quando sono arrivato – ha spiegato – ho detto che c’è un problema enorme di presenza femminile nel nostro partito: tre ministri sono uomini, io sono un uomo. Penso che per forza di cose due capogruppo debbano essere due donne”. Ma non solo. L’obiettivo è anche incentivare la presenza dei giovani, dentro e attorno al partito. “Anche il mio staff sarà formato da quattro studenti universitari che mi porto dietro dalla scuola parigina, sono cresciuti con me e io con loro”.
Niente veti
A ogni modo, il nuovo segretario ci tiene a precisare che per quanto riguarda i capigruppo Delrio e Marcucci non si tratta di una bocciatura. Anzi, “sono tra le figure di maggior rilievo che abbiamo, hanno lavorato benissimo e potranno tornare utilissimi in altri ruoli. Siamo intorno alla metà della legislatura ed è giusto lasciare spazio a due donne”. C’è poi il tema alleanze. Letta da questo punto di vista è sicuro: “Se si va da soli si perde. Vogliamo unire la sinistra e lavorare ad un discorso comune con i 5 stelle. Ma senza veti”.