E’ morto Paul Johnson: il mito della musica house si è spento per Covid a soli 50 anni. È dallo scorso 18 luglio, da quando Paul Johnson pubblicò proprio sul suo profilo Instagram un video in cui annunciava ai fan di tutto il mondo di aver contratto il Coronavirus e di essere ora costretto sul letto di un ospedale, che le notizie circa la sua morte si rincorrono senza tregua.
Ma la conferma è arrivata solo alcune ore fa, quando lo staff del celebre producer di Chicago, ha annunciato su Facebook che l’artista non ce l’aveva fatta. Johnson, seppur intubato e debilitato, non aveva rinunciato ad aggiornare i fan circa le sue condizioni di salute che di giorno in giorno lo affaticavano e preoccupavano sempre di più, fino allo stop, dovuto al ricovero in terapia intensiva. Oggi, la notizia della morte.
Chi era Paul Johnson
Paul Johnson è da sempre considerato un mito della moderna musica house, nella sua natale Chicago così come in tutto il mondo, dove divenne famoso alla fine degli anni ’90 con la pubblicazione della hit “Get Get Down” [in video la versione mixata estesa, ndr] che incendiò le estati italiane di fine e inizio millennio.
Dopo aver dato il via alla sua carriera come assoluto autodidatta – ricostruisce nella sua bio SkyTg24 – Paul pubblicò più di 100 progetti discografici tra album ed EP, affidandosi a etichette leggendarie come Dance Mania, Peacefrog, Cajual, Relief Records, Djax-Up-Beats e molte altre. La sua era una versatilità incredibile, capace di creare sound mai ascoltati prima di allora. Una commistione perfetta tra le sue radici del “ghetto” e le tracce house più in voga del momento, capace di creare attorno a sé una vera e propria eredità che influenzò prepotentemente tutti i Dj che vennero dopo di lui.
Dietro una vita costellata di successi, si nasconde però per Paul Johnson una quotidianità tutt’altro che semplice e felice: costretto alla sedia a rotelle fin dal 1987, quando fu colpito da un proiettile di pistola, subì in seguito l’amputazione della gamba sinistra nel 2003, e della destra nel 2010. Un tragico destino che non gli impedì però di rinunciare al suo sogno più grande, quello di fare musica. Paul Johnson era infatti una personalità davvero inarrestabile, perennemente in tour e in studio, fermato solo dalla cattiveria di un virus che non perdona.