A firmare la missiva il Ppe, i Socialisti e democratici (S&D), Renew Europe, Verdi e la sinistra Gue che chiedono al Consiglio europeo di “abbinare le dichiarazioni politiche con mezzi di bilancio sufficienti“. Manfred Weber, presidente del gruppo Ppe, Iratxe Garcia-Perez (S&D), Dacian Ciolos (Renew Europe), Philippe Lamberts e Ska Keller (Verdi/Ale), e Manon Aubry e Martin Schirdewan (Gue/Ngl) definiscono “un buon punto di partenza” la proposta della Commissione , ma avvertono che i 500 miliardi di euro di sussidi previsti dal fondo di rilancio “sono il minimo indispensabile” e dunque si oppongono a qualsiasi riduzione. “Concorderete sul fatto che è difficile ignorare la maggioranza dei due terzi dei membri eletti che rappresentano il Nord, il Sud, l’Est e l’Ovest” del continente, sostengono.
No ai compromessi
Cinque dei sette gruppi al Parlamento europeo, dal centrodestra alla sinistra europea, hanno siglato una sorta di “alleanza senza precedenti” sugli orientamenti di bilancio dell’Unione, chiedendo in una lettera ai capi di stato e di governo in vista della riunione odierna del Consiglio europeo di “non scendere a compromessi sul futuro dell’Unione europea”. Quella messa sul tavolo dalla Commissione Ue è “una proposta ambiziosa” per il rilancio dell’Ue, “che per noi rappresenta la base minima di partenza. Non accetteremo nessun passo indietro”, ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, intervenendo alla videoconferenza dei capi di Stato e di governo europei che dovrà confrontarsi sul Recovery fund. Anche la presidente della Bce Lagarde evidenzia che i mercati finanziari sono a rischio se i governi Ue non raggiungono un accordo sulle misure per rilanciare la ripresa. E la cancelliera tedesca Merkel ammonisce: l’Ue ha tutto l’interesse a varare il Recovery plan entro l’estate. Per il cancelliere austriaco Kurz “il Recovery Fund non deve aprire la strada a un’unione del debito”.