“Auguro che il periodo estivo possa essere tempo di serenità e una bella occasione per contemplare Dio nel capolavoro del Suo creato. Rivolgo il mio pensiero agli anziani, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli- sottolinea Francesco-.Oggi è la festa della Natività di San Giovanni Battista. Impariamo da Colui che fu il precursore di Gesù la capacità di testimoniare con coraggio il Vangelo, al di là delle proprie differenze, conservando la concordia e l’amicizia che fondano la credibilità di qualsiasi annuncio di fede”. All’udienza generale nella Biblioteca del Palazzo Apostolico, il Papa, continua il ciclo di catechesi sulla preghiera, incentrando la sua meditazione sul tema: “La preghiera di Davide”.
Promesse
Afferma Jorge Mario Bergoglio: “Nel nostro itinerario di catechesi sulla preghiera, oggi incontriamo il re Davide. Prediletto da Dio fin da ragazzo, viene scelto per una missione unica, che rivestirà un ruolo centrale nella storia del popolo di Dio e della nostra stessa fede. Nei Vangeli, Gesù è chiamato più volte ‘figlio di Davide’; infatti, come lui, nasce a Betlemme. Dalla discendenza di Davide, secondo le promesse, viene il Messia: un Re totalmente secondo il cuore di Dio, in perfetta obbedienza al Padre, la cui azione realizza fedelmente il suo piano di salvezza. La vicenda di Davide comincia sui colli intorno a Betlemme, dove pascola il gregge del padre, Iesse. È ancora un ragazzo, ultimo di molti fratelli. Tanto che quando il profeta Samuele, per ordine di Dio, si mette in cerca del nuovo re, sembra quasi che suo padre si sia dimenticato di quel figlio più giovane. Lavorava all’aria aperta: lo pensiamo amico del vento, dei suoni della natura, dei raggi del sole. Ha una sola compagnia per confortare la sua anima: la cetra; e nelle lunghe giornate in solitudine ama suonare e cantare al suo Dio”.
Sostentamento
Prosegue il Pontefice: “Davide, dunque, è prima di tutto un pastore: un uomo che si prende cura degli animali, che li difende al sopraggiungere del pericolo, che provvede al loro sostentamento. Quando Davide, per volere di Dio, dovrà preoccuparsi del popolo, non compirà azioni molto diverse rispetto a queste. È perciò che nella Bibbia l’immagine del pastore ricorre spesso. Anche Gesù si definisce ‘il buon pastore‘, il suo comportamento è diverso da quello del mercenario; Lui offre la sua vita in favore delle pecore, le guida, conosce il nome di ciascuna di esse. Dal suo primo mestiere, Davide ha imparato molto. Così, quando il profeta Natan gli rinfaccerà il suo gravissimo peccato, Davide capirà subito di essere stato un cattivo pastore, di aver depredato un altro uomo dell’unica pecora che lui amava, di non essere più un umile servitore, ma un ammalato di potere, un bracconiere che uccide e depreda. Un secondo tratto caratteristico presente nella vocazione di Davide è il suo animo di poeta. Da questa piccola osservazione deduciamo che Davide non è stato un uomo volgare, come spesso può capitare a individui costretti a vivere a lungo isolati dalla società. È, invece, una persona sensibile, che ama la musica e il canto. La cetra lo accompagnerà sempre: a volte per innalzare a Dio un inno di gioia, altre volte per esprimere un lamento, o per confessare il proprio peccato. Il mondo che si presenta ai suoi occhi non è una scena muta: il suo sguardo coglie, dietro il
dipanarsi delle cose, un mistero più grande. La preghiera nasce proprio da lì: dalla convinzione che la vita non è qualcosa che ci scivola addosso, ma un mistero stupefacente, che in noi provoca la
poesia, la musica, la gratitudine, la lode, oppure il lamento, la supplica. La tradizione vuole perciò che Davide sia il grande artefice della composizione dei salmi. Essi recano spesso, all’inizio, un
riferimento esplicito al re d’Israele, e ad alcune delle vicende più o meno nobili della sua vita”.
Sogno
“Davide ha un sogno: quello di essere un buon pastore. Qualche volta riuscirà ad essere all’altezza di questo compito, altre volte meno; ciò che però importa, nel contesto della storia della salvezza, è il suo essere profezia di un altro Re, di cui lui è solo annuncio e prefigurazione- sostiene il Papa-. Santo e peccatore, perseguitato e persecutore, vittima e carnefice. Davide è stato tutto questo. E anche noi registriamo nella nostra vita tratti spesso opposti; nella trama del vivere, tutti gli uomini peccano spesso di incoerenza. C’è un solo filo rosso, nella vita di Davide, che dà unità a tutto ciò che accade: la sua preghiera. Quella è la voce che non si spegne mai. Che assuma i toni del giubilo, o quelli del lamento, è sempre la stessa preghiera, solo la melodia cambia. E così facendo Davide ci insegna a far entrare tutto nel dialogo con Dio: la gioia come la colpa, l’amore come la sofferenza, l’amicizia quanto una malattia. Tutto può diventare parola rivolta al ‘Tu’ che sempre ci ascolta. Davide, che ha conosciuto la solitudine, in realtà, solo non lo è stato mai! E in fondo questa è la potenza della preghiera, in tutti coloro che le danno spazio nella loro vita: essa è in grado di assicurare la relazione con Dio, che è il vero Compagno di cammino dell’uomo, in mezzo alle mille traversie della vita”.
Affidamento
Esorta Jorge Mario Bergoglio: “Affidiamoci interamente, anche con i nostri peccati e le nostre debolezze, a Cristo, Buon Pastore, che con il suo cuore mite e umile ci offre sempre perdono e conforto nelle nostre vite per condurci alla gioia e alla gloria del Padre. Vi auguro che eventuali nuvole sul vostro cammino non vi impediscano mai d’irradiare ed esaltare la gloria e la speranza depositate in voi, cantando e lodando sempre il Signore nei vostri cuori, ringraziando di tutto Dio Padre. La preghiera è la chiave del cielo e la scala per salire a Dio. Davide ci insegna a trasformare in preghiera le nostre gioie e i nostri dolori, le nostre preoccupazioni e le nostre speranze, le nostre paure e le nostre vittorie, così la nostra vita diventa preghiera e la nostra preghiera diventa vita. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male! Stiamo entrando nel periodo di vacanze. Malgrado tutte le misure di sicurezza legate alla minaccia del contagio di coronavirus, sia questo un sereno tempo di riposo, di godimento della bellezza del creato e di rafforzamento dei legami con gli uomini e con Dio. Seguendo l’esempio di Davide, preghiamo il Signore nel bene e nel male, e lodiamolo per ogni grazia che riceviamo dal suo cuore pieno dell’amore per noi. La sua benedizione vi accompagni sempre!”. L’udienza generale si è conclusa con la recita del Padre Nostro e la benedizione apostolica.