Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza ai malati del coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio”, afferma Francesco a conclusione dell’udienza generale in piazza San Pietro. Il Papa ha incentrato la sua meditazione sulla Quaresima: “Entrare nel deserto”
Nel deserto
“Iniziamo oggi il cammino quaresimale, cammino di quaranta giorni verso la Pasqua, verso il cuore dell’anno liturgico e della fede- afferma il Pontefice-. È un cammino che segue quello di Gesù, che agli inizi del suo ministero si ritirò per quaranta giorni a pregare e digiunare, tentato dal diavolo, nel deserto. Proprio del significato spirituale del deserto vorrei parlarvi oggi. Immaginiamo di stare in un deserto“. La prima sensazione sarebbe quella di “trovarci avvolti da un grande silenzio: niente rumori, a parte il vento e il nostro respiro”. Ecco, secondo Jorge Mario Bergoglio, “il deserto è il luogo del distacco dal frastuono che ci circonda: è assenza di parole per fare spazio a un’altra Parola, la Parola di Dio, che come brezza leggera ci accarezza il cuore”. Il deserto è il luogo della Parola, con la maiuscola. “Nella Bibbia, infatti, il Signore ama parlarci nel deserto- sottolinea Francesco-.Nel deserto consegna a Mosè le “dieci parole”, i dieci comandamenti. E quando il popolo si allontana da Lui, diventando come una sposa infedele, Dio dice: “Ecco, io la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà, come nei giorni della sua giovinezza”. Nel deserto si ritrova l’intimità con Dio, l’amore del Signore. Gesù amava ritirarsi ogni giorno in luoghi deserti a pregare. Ci ha insegnato come cercare il Padre, che ci parla nel silenzio”.
La Parola di Dio
“La Quaresima è il tempo propizio per fare spazio alla Parola di Dio– sostiene Francesco-. È il tempo per spegnere la televisione e aprire la Bibbia. È il tempo per staccarci dal cellulare e connetterci al Vangelo. È il tempo per rinunciare a parole inutili, chiacchiere, dicerie, pettegolezzi, e dare del “tu” al Signore. È il tempo per dedicarsi a una sana ecologia del cuore”. E aggiunge: “Viviamo in un ambiente inquinato da troppa violenza verbale, da tante parole offensive e nocive, che la rete amplifica. Siamo sommersi di parole vuote, di pubblicità, di messaggi subdoli. Ci siamo abituati a sentire di tutto su tutti e rischiamo di scivolare in una mondanità che ci atrofizza il cuore. Fatichiamo a distinguere la voce del Signore che ci parla, la voce della coscienza, del bene“.
Le inclinazioni del cuore
“Gesù, chiamandoci nel deserto, ci invita a prestare ascolto a quel che conta- evidenzia Jorge Mario Bergoglio-. Al diavolo che lo tentava rispose: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Come il pane, più del pane ci occorre la Parola di Dio, ci serve parlare con Dio: pregare. Perché solo davanti a Dio vengono alla luce le inclinazioni del cuore e cadono le doppiezze dell’anima”. Dunque, prosegue Francesco, “ecco il deserto, luogo di vita, non di morte, perché dialogare nel silenzio col Signore ci ridona vita: proviamo di nuovo a pensare a un deserto”. Il deserto, secondo il Papa. è il luogo dell’essenziale: “Guardiamo le nostre vite: quante cose inutili ci circondano! Inseguiamo mille cose che paiono necessarie e in realtà non lo sono. Quanto ci farebbe bene liberarci di tante realtà superflue, per riscoprire quel che conta, per ritrovare i volti di chi ci sta accanto!” . E: “Anche su questo Gesù ci dà l’esempio, digiunando. Digiunare è saper rinunciare alle cose vane, al superfluo, per andare all’essenziale. È cercare la bellezza di una vita più semplice. Il deserto, infine, è il luogo della solitudine. Anche oggi, vicino a noi, ci sono tanti deserti. Sono le persone sole e abbandonate”.
Senza far clamore
“Quanti poveri e anziani ci stanno accanto e vivono nel silenzio, senza far clamore, marginalizzati e scartati! Parlare di loro non fa audience. Ma il deserto ci conduce a loro, a quanti, messi a tacere, chiedono in silenzio il nostro aiuto- afferma il Pontefice-. Il cammino nel deserto quaresimale è un cammino di carità verso chi è più debole. Preghiera, digiuno, opere di misericordia: ecco la strada nel deserto quaresimale“. Quindi “cari fratelli e sorelle, con la voce del profeta Isaia, Dio ha fatto questa promessa: “Ecco, io faccio una cosa nuova, aprirò nel deserto una strada”. Nel deserto si apre la strada che ci porta dalla morte alla vita. Entriamo nel deserto con Gesù, ne usciremo assaporando la Pasqua, la potenza dell’amore di Dio che rinnova la vita. Accadrà a noi come a quei deserti che in primavera fioriscono, facendo germogliare d’improvviso, “dal nulla”, gemme e piante. Coraggio, seguiamo Gesù nel deserto: con Lui i nostri deserti fioriranno“.