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Papa Francesco ai giovani: “Scegliere la vita contro la mentalità dell’usa-e-getta”

Nella Messa per la Solennità del Cristo Re e della consegna della Croce della Gmg, il Santo Padre consegna un messaggio: "Trovate la gioia per vivere, non per vivacchiare"

Una lista di doni per le nozze eterne. E’ quanto Gesù ci consegna prima della Passione, “prima di donarci il suo amore sulla Croce”. Con le sue ultime volontà, Gesù “ci dice che il bene che faremo a uno dei suoi fratelli più piccoli – affamati, assetati, stranieri, bisognosi, malati, carcerati – sarà fatto a Lui”. E Papa Francesco, nella Messa per la Solennità di Cristo Re e della consegna della Croce della prossima Gmg, ricorda che quei doni “sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita”. Quelle opere che ognuno di noi deve chiedersi se vengano o meno messe in pratica, consapevoli di come Gesù ci dica: “Ti aspetto lì, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lì nei poveri”. Le stesse parole che Gesù disse a un soldato diciottenne, non ancora battezzato, che ebbe compassione di un povero dividendo con lui il suo mantello. “La notte seguente fece un sogno: vide Gesù, rivestito della parte di mantello con cui aveva avvolto il povero. E lo sentì dire: ‘Martino mi ha coperto con questa veste'”. Un esempio per i giovani, ma non solo.

Un messaggio ai giovani: l’esempio di san Martino

La vicenda di san Martino di Tours è l’occasione, per Papa Francesco, per ricordare ai giovani di non rinunciare ai grandi sogni: “Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia. Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo”. E le opere di misericordia sono le opere più belle della vita poiché “vanno proprio al centro dei nostri sogni grandi. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa è la strada”. E per realizzare i grandi sogni, occorre partire da grandi scelte: “La vita è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita”. E se scegliamo Dio, “diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici. È così, perché la bellezza delle scelte dipende dall’amore“.

Non solo per me

Nella consapevolezza di quanti ostacoli rendano ardue le nostre scelte, vessate da sentimenti di timore e insicurezza, va ricordato che l’amore chiede di andare oltre. “Di non restare appesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta… L’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che facciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri interessi, i propri hobby. Ma rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare”.

Lottare contro la mentalità dell’usa e getta

Ma ci sono anche gli ostacoli di ogni giorno: la febbre dei consumi, l’ossessione del divertimento… “E poi c’è la grande illusione sull’amore, che sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni, mentre amare è soprattutto dono, scelta e sacrificio. Scegliere, soprattutto oggi, è non farsi addomesticare dall’omologazione, è non lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano l’originalità, è saper rinunciare alle apparenze e all’apparire”. Scegliere la vita “è lottare contro la mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito, per pilotare l’esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio. Scegliere la vita è vivere, e noi siamo nati per vivere, non per vivacchiare. Questo lo ha detto un giovane come voi (il Beato Pier Giorgio Frassati): ‘Io voglio vivere, non vivacchiare'”.

La gioia per vivere

E il Santo Padre lascia un consiglio per scegliere di allinearsi al bene: “Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una è: che cosa mi va di fare? È una domanda che spesso inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: non che cosa ti va? ma che cosa ti fa bene? Qui sta la scelta quotidiana”. E da questa ricerca interiore “possono nascere scelte banali o scelte di vita, dipende da noi. Guardiamo a Gesù, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la gioia. Per vivere, e non vivacchiare”.

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