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Papa Francesco: “Gesù ci apre la via attraverso il deserto”

L'Omelia, preparata dal Santo Padre, è stata letta dal Card. Michael Czerny S.I., Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in occasione del Giubileo del Mondo del Volontariato

Santa Messa questa mattina in Piazza San Pietro in occasione del Giubileo del Mondo del Volontariato. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Card. Michael Czerny S.I., Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Nell’omelia, preparata da Papa Francesco e che è stata letta dal celebrante, l’invito a seguire Gesù nel deserto. “Quando chiediamo di liberarci dalla tentazione – ha scritto il Papa – in realtà il Padre ha già esaudito questa preghiera attraverso Gesù”.

L’Omelia

Ogni anno il nostro cammino di Quaresima ci mostra Gesù nel deserto, dove accade un cambiamento decisivo. Il luogo del silenzio diventa il luogo dell’ascolto, messo alla prova. Occorre scegliere a chi dare retta tra due voce contrarie. Il cammino di Gesù inizia con un atto di obbedienza. E lo Spirito Santo, la stessa forza di Dio, lo conduce in questo luogo. Nel deserto l’uomo sperimenta la propria indigenza materiale e spirituale, il bisogno di pane e i parola. Anche Gesù, vero uomo ha fame. E per 40 giorni è tentato da una parola malvagia. Riflettiamo che anche noi siamo tentati, ma non siamo soli. Con oi c’è Gesù che ci apre la via attraverso il deserto. Il figlio di Dio fatto uomo non si limita a darci un modello ma ci dona la forza per resistere agli assalti del male

Nel suo inizio, la tentazione di Gesù è voluta. Il Signore va nel deserto per la sua filiale disponibilità verso lo spirito del Padre alla cui guida corrisponde con prontezza. Chiediamo a Dio di non abbandonarci nella tentazione. Ma lui ha già esaudito questa preghiera attraverso Gesù. Il Signore ci è vicino nella prova.
Gesù viene tentato nella relazione con Dio. Il diavolo è colui che separa, mentre Gesù colui che unisce. E’ il mediatore. Il demonio vuole distruggere questo legame (“Se tu sei Dio…”)
Il Signore decide un legame unico ed esclusivo con Dio, una relazione che coinvolge tutti, senza escludere nessuno.

Anche noi veniamo tentati nella relazione con Dio, ma all’opposto. Il diavolo, infatti, sibila alle nostre orecchie che Dio non è davvero nostro Padre; che in realtà ci ha abbandonati. Satana mira a convincerci che per gli affamati non c’è pane, tanto meno dalle pietre, né gli angeli ci soccorrono nelle disgrazie. Semmai, il mondo sta in mano a potenze malvagie, che schiacciano i popoli con l’arroganza dei loro calcoli e la violenza della guerra. Proprio mentre il demonio vorrebbe far credere che il Signore è lontano da noi, portandoci alla disperazione, Dio viene ancora più vicino a noi, dando la sua vita per la redenzione del mondo.
Ed ecco il terzo aspetto: l’esito delle tentazioni. Gesù, il Cristo di Dio, vince il male. Egli respinge il diavolo, che tuttavia tornerà a tentarlo «al momento fissato» (v. 13). Così dice il Vangelo, e ce ne ricorderemo quando, sul Golgota, ancora una volta sentiremo chiedere a Gesù: «Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce» (Mt 27,40; cfr Lc 23,35). Nel deserto il tentatore viene sconfitto, ma la vittoria di Cristo non è ancora definitiva: lo sarà nella sua Pasqua di morte e risurrezione.
Mentre ci prepariamo a celebrare il Mistero centrale delle fede, riconosciamo che l’esito della nostra prova è diverso. Davanti alla tentazione, noi talvolta cadiamo: siamo tutti peccatori. La sconfitta, però, non è definitiva, perché Dio ci solleva da ogni caduta con il suo perdono, infinitamente grande nell’amore. La nostra prova non finisce dunque con un fallimento, perché in Cristo veniamo redenti dal male. Attraversando con Lui il deserto, percorriamo una via dove non ne era tracciata alcuna: Gesù stesso apre per noi questa strada nuova, di liberazione e di riscatto.
Seguendo con fede il Signore, da vagabondi diventiamo pellegrini.

Care sorelle e cari fratelli, vi invito a iniziare così il nostro cammino di Quaresima. E poiché, lungo la strada, ci occorre quella buona volontà, che lo Spirito Santo sempre sostiene, sono contento di salutare tutti i volontari che oggi sono presenti a Roma per il loro pellegrinaggio
giubilare. Vi ringrazio molto, carissimi, perché sull’esempio di Gesù voi servite il prossimo senza servirvi del prossimo. Per strada e tra le case, accanto ai malati, ai sofferenti, ai carcerati, coi giovani e con gli anziani, la vostra dedizione infonde speranza a tutta la società. Nei deserti della povertà e della solitudine, tanti piccoli gesti di servizio gratuito fanno fiorire germogli di umanità nuova: quel giardino che Dio ha sognato e continua a sognare per tutti noi.

 

 

 

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