“La Chiesa è e resta forte ma il tema della corruzione è un problema profondo, che si perde nei secoli”. Solo uno dei tanti passaggi della lunga intervista concessa da Papa Francesco al giornalista Gian Marco Chiocci dell’AdnKronos. Una conversazione a tutto tondo sul Pontificato del 266esimo successore di Pietro, ma anche sulla Chiesa, di oggi e di ieri. “All’inizio del mio pontificato andai a trovare Benedetto. Nel passare le consegne mi diede una scatola grande: ‘Qui dentro c’è tutto – disse -, ci sono gli atti con le situazioni più difficili, io sono arrivato fino a qua, sono intervenuto in questa situazione, ho allontanato queste persone e adesso… tocca a te’. Ecco, io non ho fatto altro che raccogliere il testimone di Papa Benedetto, ho continuato la sua opera”.
Papa Francesco e il rapporto con Benedetto
A proposito del suo predecessore, Papa Francesco ha spiegato che Joseph Ratzinger per lui è “un padre e un fratello“. Anzi, afferma di andarlo a trovare spesso nel monastero Mater Ecclesiae: “Il rapporto è davvero buono, molto buono, concordiamo sulle cose da fare. Benedetto è un uomo buono, è la santità fatta persona. Non ci sono problemi fra noi, poi ognuno può dire e pensare ciò che vuole. Pensi che sono riusciti perfino a raccontare che avevamo litigato, io e Benedetto, su quale tomba spettava a me e quale a lui”.
Confronto col passato
E, a proposito di modelli, il Santo Padre cita sant’Ambrogio, affermando di seguire il suo esempio: “La Chiesa è stata sempre una casta meretrix, una peccatrice – ha detto ancora all’AdnKronos -. Diciamo meglio: una parte di essa, perché la stragrande maggioranza va in senso contrario, persegue la giusta via. Però è innegabile che personaggi di vario tipo e spessore, ecclesiastici e tanti finti amici laici della Chiesa, hanno contribuito a dissipare il patrimonio mobile e immobile non del Vaticano ma dei fedeli. A me colpisce il Vangelo quando il Signore chiede di scegliere: o segui Dio o segui il denaro. Lo ha detto Gesù, non è possibile andare dietro a entrambi”. E sulla pandemia in corso, il Pontefice coglie una speranza di fede: “Forse dopo questa dura prova, con queste nuove difficoltà, con la sofferenza che entra nelle case, i fedeli saranno più veri, più autentici”.