In questa situazione sono i più fragili che vanno maggiormente tutelati, perché “essi pagano il prezzo maggiore della pandemia”, evidenzia la Nota della Pontificia Accademia per la Vita. E questo mostra come sia “del tutto erroneo parlare dell’agire di Dio in termini di punizione o di indifferenza, perché sarebbero proprio coloro a cui Egli è particolarmente vicino e con cui si rende solidale a essere i più penalizzati”. Preghiera di intercessione e dialogo con Dio sono “sorgenti di forza interiore per esercitare tutta la nostra responsabilità e convertirci per rispondere con più generosità alle istanze di una più umana convivenza” nel mondo.
La doppia preoccupazione del Pontefice
“Ho portato stamattina il testo del nostro documento a Francesco. Il Papa mi ha confidato la sua doppia preoccupazione: nel presente come aiutare soprattutto i più deboli; per il futuro in che modo uscire rafforzati nella solidarietà, perché da questa crisi emerga un “di più” di fraternità a livello globale”, afferma l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita dopo l’udienza con il Pontefice. La pandemia di covid-19 ha interrogato l’Accademia per la Vita, che ha come scopo specifico la tutela e la promozione della vita umana attraverso l’impegno di scienziati di diverse aree geografiche, tradizioni culturali e religiose, discipline scientifiche. La Nota che la Pontificia Accademia pubblica è il risultato di una consultazione alla quale sono stati chiamati a partecipare tutti i 163 Accademici. Il testo della Nota sottolinea anzitutto come il diffondersi del contagio abbia messo dolorosamente in evidenza una verità troppo spesso dimenticata della condizione umana: la sua vulnerabilità.
Interdipendenza
Scienza e tecnica, di cui vanno apprezzati gli enormi contributi positivi per il genere umano, “inducono tuttavia un senso illusorio di controllo totale degli eventi“, sottolinea il documento pontificio. Questa condizione costituisce un tratto comune dell’intera umanità, “soprattutto nel nostro mondo in cui siamo strettamente interdipendenti: ciò che accade a qualcuno, diventa determinante per tutti; le conseguenze delle nostre azioni ricadono sempre anche sugli altri”. Sta alla libera decisione degli esseri umani trasformare questa interconnessione di fatto in solidarietà responsabile. Sul piano personale, “vediamo molte testimonianze di questo impegno in coloro che si stanno generosamente prendendo cura dei malati”. Sul piano politico, l’attuale crisi può essere affrontata solo superando le ristrette ottiche sovraniste. All’interno di una dinamica così marcatamente globale, le risposte per essere efficaci non possono essere individuali. Nel campo della sanità la Nota mette in evidenza alcune serie domande etiche. Anzitutto sul piano clinico: l’emergenza sanitaria potrebbe farci arrivare a un’insufficiente disponibilità di risorse. Fatto ogni possibile sforzo organizzativo per aumentare le attrezzature mediche, le decisioni non potranno basarsi su una differenza di valore della vita umana e della dignità di ogni persona, che sono sempre uguali e inestimabili. La scelta riguarda piuttosto l’impiego dei trattamenti nel modo migliore possibile, sulla base delle necessità del paziente e della valutazione dei benefici clinici prevedibili.
Medicina dell’individuo e dimensione collettiva
L’età, secondo la Pontificia Accademia per la Vita, non può essere criterio unico e automatico di scelta e, in ogni caso, non dobbiamo mai abbandonare la persona malata: cure palliative e trattamento del dolore non possono mai essere trascurate. Sul piano della sanità pubblica, la pandemia ci costringe a riflettere sull’equilibrio tra l’approccio preventivo e quello terapeutico, tra medicina dell’individuo e dimensione collettiva. Tematiche che hanno una portata globale e che sollecitano la bioetica a considerare la molteplicità delle dimensioni in gioco, superando visione individualista e riduttiva delle questioni riguardanti la vita umana, la salute e la cura. Anche per i sistemi sanitari emerge l’esigenza di un coordinamento globale, che consenta prontezza della diagnosi, rapidità di reazione con proporzionate misure di contenimento, strutture adeguate, sistema di registrazione e condivisione dei dati, sinergia nella comunicazione.