Di lui San Giovanni Paolo II disse: “Non dobbiamo mai smettere di riflettere sulla testimonianza che ha dato alla Chiesa e alla società“. E, aggiunse il Pontefice, “Vittorio Bachelet è stato il presidente dell’Azione Cattolica italiana a livello nazionale, l’ho incontrato personalmente dopo il Concilio, nel primo gruppo del consiglio dei laici”. Karol Wojtyla rese omaggio a “un uomo innocente, un padre di famiglia, uno studioso, un servitore della comunità nazionale, un custode della cultura, un promotore del bene comune”.
Il programma
“Vittorio Bachelet uomo della riconciliazione” è il tema del quindicesimo Convegno Bachelet, promosso dalla presidenza nazionale dell’Azione Cattolica italiana e dall’Istituto “Vittorio Bachelet” per domani e sabato a Roma (Casa Tra Noi). Ad aprire la prima sessione (dalle 15.30 del 7 febbraio), coordinata da Gian Candido De Martin, presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto Vittorio Bachelet, sarà la relazione di Guido Formigoni, storico dell’Università Iulm. Seguirà, riferisce il Sir, la tavola rotonda a cui prenderanno parte Rosy Bindi, già ministro e presidente della Commissione parlamentare antimafia, Michele Nicoletti, dell’Università di Trento, e Luigi Scotti, già componente del Consiglio superiore della Magistratura. Previsto poi l’intervento del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, su “Le istituzioni al servizio dell’unità del Paese”. Alle 19, monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno e assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, presiederà la messa in memoria di Vittorio Bachelet.
Teologia
La sessione in programma nella mattinata di sabato 8 (dalle 9) sarà coordinata da Lorenzo Caselli, vicepresidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Vittorio Bachelet, e sarà aperta dalla relazione di monsignor Ignazio Sanna, presidente della Pontificia Accademia di Teologia. Spazio poi alla tavola rotonda con Marco Ivaldo, dell’Università “Federico II” di Napoli, Maria Leonardi, già presidente della Gioventù femminile di Azione Cattolica, e Gianfranco Maggi, già vicepresidente del Settore giovani di Azione Cattolica. Le conclusioni saranno tracciate da Matteo Truffelli, presidente nazionale di Azione cattolica. Alle 12.45 la consegna del Premio “Vittorio Bachelet” per tesi di laurea edizione 2019.
Concilio
Nominato vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica nel 1959 da papa Giovanni XXIII e presidente generale nel 1964 da papa Paolo VI, rinnovato per ulteriori due mandati dal Consiglio Nazionale di AC, Vittorio Bachelet su invito di papa Montini opera un vero e proprio rinnovamento nell’Azione Cattolica con l’obiettivo di attuare sempre di più il Concilio Vaticano II, democratizzando l’organizzazione interna dell’associazione, accompagnando il rinnovamento della liturgia e promuovendo una nuova corresponsabilità dei laici nella vita della Chiesa, guidando altresì l’associazione verso un progressivo distacco dall’impegno politico diretto.
Sette proiettili
Sarà attivo anche per il Pontificio Consiglio per la Famiglia, ricoprendone il ruolo di vicepresidente e per la Pontificia Commissione Justitia et Pax. Vittorio Bachelet è iscritto alla Democrazia Cristiana, conosce e ammira Aldo Moro e dopo le elezioni amministrative del giugno 1976 viene eletto Consigliere comunale a Roma. Nello stesso anno è eletto Consigliere Superiore della Magistratura del quale fa parte come membro “laico”, cioè eletto dal Parlamento in seduta comune, e con un totale plebiscito. Il 12 febbraio 1980, al termine di una lezione, mentre conversava con la sua assistente Rosy Bindi, viene assassinato da un nucleo armato delle Brigate Rosse, sul pianerottolo della scalinata che porta alle aule professori della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza, colpito con sette proiettili.