Oltre 1 milione di donne in Italia ha subito molestie sessuali

L'ultimo rapporto Istat (2022-2023) rivela che 1.311.000 donne italiane (6,4%) tra i 14 e i 70 anni hanno subito molestie sessuali al di fuori del lavoro, con 743.000 casi (3,6%) solo negli ultimi 12 mesi

Credit: CARLO CARINO BY AI MID

Il recente rapporto dell’Istat, relativo agli anni 2022-2023, rivela dati preoccupanti sulle molestie sessuali subite dalle donne in Italia. Secondo l’Istituto di statistica, infatti, sono oltre 1 milione e 300mila le donne tra i 14 e i 70 anni che hanno subito una qualche forma di molestia sessuale al di fuori dell’ambito lavorativo, con 743.000 casi (3,6%) avvenuti negli ultimi 12 mesi. Anche gli uomini non sono esenti: 554.000 (2,7%) hanno subito molestie nella stessa fascia d’età.

Istat, 1,3 mln donne hanno subito molestie fuori dal lavoro

Sono un milione 311mila (il 6,4%) le donne tra i 14 e i 70 anni che hanno subito una qualche forma di molestia sessuale al di fuori dal lavoro; 743mila negli ultimi 12 mesi, il 3,6% delle donne. Sono, invece, 554mila (il 2,7%) gli uomini nella stessa fascia d’età. E’ quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat, considerando gli ultimi tre anni precedenti l’indagine effettuata nel 2022-2023.

Le forme di molestia

La forma di molestia subita più frequentemente dalle donne è la molestia verbale come proposte inappropriate o indecenti di natura sessuale, oppure commenti offensivi sul proprio corpo. Con lo sviluppo dei social e delle tecnologie – si legge nel rapporto – il rischio di essere vittima di molestie si è esteso alla dimensione virtuale. Oltre alle molestie fatte di persona, la tecnologia ha facilitato la diffusione di altre molestie e offese. I social (WhatsApp, Messenger e altri) sono canali dove si possono ricevere proposte inappropriate, foto o video a contenuto sessuale, o dove possono essere diffusi o pubblicati foto e video a sfondo sessuale senza consenso. Nei tre anni precedenti l’intervista, il 3,1% delle donne ha subito almeno una molestia di persona, l’1,7% tramite strumenti di messaggistica, caratterizzate da una relazione a due, una vittima e un autore, e l’1,9% attraverso piattaforme social (in questo caso, invece, la vittima è di fronte a un pubblico indefinito e molteplice).

Fonte: Ansa