A seguito delle misure annunciate dall’Ofac statunitense in favore del settore privato cubano, il governo de L’Avana ha espresso la sua contrarietà. Secondo le nuove regole, le piccole imprese dell’isola, potranno avere accesso alle piattaforme di pagamento negli Usa.
Le dichiarazioni
Cuba ritiene che le misure annunciate ieri dall’Ufficio di controllo dei beni stranieri (Ofac) statunitense a favore del settore privato cubano siano “limitate” perché “non toccano il corpo fondamentale delle sanzioni imposte a Cuba” e neppure “le misure aggiuntive che conformano la politica di massima pressione” nei confronti dell’Avana. In un comunicato del ministero degli Esteri si sostiene che “una volta di più la decisione del governo statunitense risiede nella sua visione distorta della realtà cubana, volendo separare artificialmente il settore privato dal settore pubblico, allorché entrambi fanno parte del sistema imprenditoriale cubano e della società nel suo insieme”. In particolare, si ritiene che “il governo degli Stati Uniti sia stato esplicito nella sua intenzione di utilizzare questo settore con fini politici contro la Rivoluzione in funzione dei suoi obiettivi di cambiamento del regime”. Il ministero ricorda infine che il settore pubblico cubano “presta servizi essenziali come educazione, salute, cultura, sport e altri, a tutti i cubani, compresi quelli che operano nel privato”.
Le nuove regole
Secondo le nuove regole implementate dall’Ofac, le piccole imprese cubane potranno, fra l’altro, d’ora in poi avere accesso a conti bancari e alle piattaforme di pagamento negli Usa, nonché accedere a videoconferenze, social media, mappe e altri servizi online, mentre le aziende statunitensi potranno fornire a quelle cubane servizi basati sul cloud.
Fonte: Ansa