“Siamo sollevati per le notizie che arrivano sul rilascio di oltre 200 studentesse della scuola governativa femminile secondaria di Jangebe nelle Stato di Zamfara nel nord ovest della Nigeria, che erano state rapite in un attacco alla loro scuola nelle prime ore del mattino dello scorso 26 febbraio”. Lo dice Peter Hawkins, Rappresentante Unicef in Nigeria.
“Mentre gioiamo per il rilascio delle studentesse e guardiamo verso un ritorno in sicurezza alle loro famiglie – prosegue Hawkings – ricordiamo che gli attacchi contro studenti e scuole non sono solo riprovevoli, ma rappresentano una violazione del diritto all’istruzione dei bambini. Un diritto che nessuna società può permettersi di violare”.
La richiesta dell’Unicef
“L’UNICEF chiede al governo della Nigeria di prendere tutte le misure necessarie per proteggere le scuole nel Paese affinché i bambini non abbiano più paura di andare a scuola e i genitori non abbiano paura di mandare i propri figli a scuola. Le scuole devono essere luoghi sicuri per studiare e crescere, l’istruzione non dovrebbe diventare un’impresa rischiosa”.
“L’UNICEF – assicura Hawkings – fornirà supporto psicosociale alle ragazze e alle loro famiglie e lavorerà con il Ministero dell’Istruzione per assicurare il ritorno a scuola in sicurezza per tutti i bambini nello stato di Zamfara”.
La liberazione delle studentesse
Le 317 studentesse rapite venerdì scorso dal loro collegio a Jangebe, nel nord-est della Nigeria, sono state rilasciate e si trovano attualmente nei locali del governo di Zamfara. Lo ha ufficializzato all’Afp il Governatore dello Stato. “Sono felice di annunciare – ha detto il Governatore – che le ragazze sono state rilasciate. Sono appena arrivate al palazzo del governo, e sono in buona salute”.
Le ragazze erano state rapite da uomini armati in un nuovo attacco a una scuola superiore di Jangebe, nello Stato di Zamfara, nel nord-ovest della Nigeria, lo scorso 26 febbraio.
Un impiegato della scuola aveva riferito che “centinaia di uomini armati hanno invaso la città intorno alle 2 del mattino di venerdì, sparando alla rinfusa in aria per spaventare i residenti prima di entrare nella scuola. Dopo aver portato via la maggior parte delle studentesse, abbiamo radunato quelle che erano fuggite e nascoste”. Domenica scorsa Papa Francesco aveva pregato per la loro liberazione.