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Neonato morto di Covid-19 in Connecticut, è il secondo caso in Usa

Un neonato di sei settimane è morto di coronavirus nel Connecticut, uno dei cinquanta Stati federati che compongono gli Stati Uniti, situato sulla costa nord-orientale nella regione della Nuova Inghilterra. Lo ha annunciato il governatore dello stato vicino a New York, Ned Lamont. I medici non erano riusciti a rianimarlo al suo arrivo all’ospedale alcuni giorni fa, e ora è giunto il risultato positivo al test. “Pensiamo che sia una delle vittime più giovani delle complicazioni del Covid-19“, ha commentato il governatore. Sabato scorso a Chicago (in Illinois) era stata annunciata la morte di un bambino di nove mesi sempre a causa del coronavirus. Lo aveva riferito il governatore dell’Illinois, J. B. Pritzker. “Non si è mai registrata una morte di un bimbo per il virus. E un’indagine è stata avviata sul caso” aveva messo in evidenza il responsabile della sanità dell’Illinois, Ngozi Ezike. In entrambi i casi, non è chiaro se i bambini avessero già complicazioni di salute, malattie pregresse o fossero in salute prima del contagio.

L’esperto

La notizia del decesso di due bambini ha sollevato comprensibili dubbi e paure. In Terris nelle scorse ore ha chiesto un commento al dott. Andrea Campana, primario del reparto di Pediatria Multispecialistica del Bambin Gesù, sede di Palidoro, e attualmente responsabile dei reparti adibiti ai bambini positivi al covid-19. Il primario ha confermato, in una approfondita intervista sui reali pericoli che corrono i bambini a causa del coronavirus, che i bimbi “manifestano sintomi da covid-19 molto più lievi rispetto agli adulti. Molti, hanno poco più di un raffreddore o di una leggera febbre” e molti altri sono “asintomatici” per “l’immunità innata del bambino che è particolarmente sviluppata perché molto stimolata dalle molte infezioni dei primi anni di vita”. Questo, sottolinea l’espero, non significa che non siano contagiosi, anzi: “è giusto evidenziare questa possibilità non tanto per loro ma per proteggere gli anziani che sono molto più esposti al virus. Però l’evidenza al momento è che sono gli adulti ad infettare i bambini e non viceversa”. “Ai genitori – conclude il dott. Campana – dico: state tranquilli per i vostri figli! L’unica raccomandazione che mi sento di dare è questa: se vostro figlio non sta bene e presenta sintomi, non tardate a portare il bambino dal pediatra per paura del coronavirus, altrimenti rischiate di fare dei danni maggiori”.

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