Al termine della Santa Messa nella seconda Domenica di Pasqua, festa della Divina Misericordia, celebrata in forma privata nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, Francesco ha guidato la recita della preghiera del Regina Caeli. Nella riflessione con cui ha introdotto la preghiera mariana, Jorge Mario Bergoglio ha formulato “l’augurio ai fratelli e alle sorelle delle Chiese d’oriente che oggi celebrano la Festa di Pasqua. Insieme annunciamo: “Davvero il Signore è risorto!“”.
Il dono della speranza
Afferma il Pontefice:”Soprattutto in questo tempo di prova, sentiamo quale grande dono è la speranza che nasce dall’essere risorti con Cristo! In particolare, mi rallegro con le comunità cattoliche orientali che, per motivi ecumenici, celebrano la Pasqua insieme con quelle ortodosse: questa fraternità sia di conforto là dove i cristiani sono una piccola minoranza“.
La risposta dei cristiani
Aggiunge Jorge Mario Bergoglio: “In questa Seconda Domenica di Pasqua, è stato significativo celebrare l’Eucaristia qui, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, che San Giovanni Paolo II volle come Santuario della Divina Misericordia. La risposta dei cristiani nelle tempeste della vita e della storia non può che essere la misericordia”. E cioè, ribadisce Francesco, “l’amore compassionevole tra di noi e verso tutti, specialmente verso chi soffre, chi fa più fatica, chi è abbandonato”. Quindi, secondola strategia anti-pandemia del Pontefice: “Non pietismo, non assistenzialismo, ma compassione, che viene dal cuore”.
Ferita sempre aperta
Conclude Francesco: “la misericordia divina viene dal Cuore di Cristo Risorto. Scaturisce dalla ferita sempre aperta del suo costato, aperta per noi, che sempre abbiamo bisogno di perdono e di conforto. La misericordia cristiana ispiri anche la giusta condivisione tra le nazioni e le loro istituzioni, per affrontare la crisi attuale in maniera solidale“.