Continua incessantemente il lavora della Nba e della Nbpa (l’associazione giocatori) per studiare un piano che permetta a un numero limitato di parenti e componenti della famiglia di seguire i giocatori duranti la parte finale della stagione 2019-2020 che si terrà molto probabilmente a Orlando in Florida.
Rigidi standard
Il campionato di basket più importante del mondo definisce rigidi standard di sicurezza per la ripresa dell’attività sportiva. Uno dei punti chiave, riferisce Adnkronos, riguarda la tempistica con cui le famiglie potranno aggregarsi ai giocatori, entrando anche loro a far parte della “bolla” all’interno della quale i controlli saranno serrati: i parenti arriveranno al Walt Disney World Resort soltanto in un secondo momento, ossia quando alcune squadre saranno già eliminate e il numero di persone da monitorare si ridurrà. I membri delle famiglie infatti saranno soggetti a norme di sicurezza e a test di controllo identici a quelli previsti per tutti gli addetti e gli atleti che vivranno all’interno della “biosfera Nba”. Scelta che è stata presa in considerazione soprattutto a seguito delle richieste delle squadre che sperano di arrivare fino in fondo ai playoff – e dunque restare a Orlando un bel po’ di tempo.
Finale di stagione
E’ prevista una nuova riunione tra tutti i proprietari Nba, ma difficilmente si arriverà già nelle prossime ore alla definizione di un protocollo completo e di uno schema ufficiale che spieghi nel dettaglio le modalità con cui si disputerà il finale di stagione. La Nba ha reso noto inoltre che i giocatori che hanno fatto rientro nei loro Paesi d’origine potranno rientrare negli Stati Uniti – nonostante al momento le leggi prevedano ancora le restrizioni per le persone in arrivo dall’estero. Un permesso che permette almeno in parte di accelerare i tempi. Resta da definire con quali modalità si riprenderà a giocare: l’obiettivo è ridurre le squadre coinvolte soltanto a chi ha possibilità di giocarsi l’accesso ai playoff. Oltre alle 16 attualmente qualificate, le altre potrebbero essere Sacramento, Portland, New Orleans e San Antonio – portando così a 20 il numero complessivo. Un’altra delle ipotesi che sta via via prendendo sempre maggiore consistenza è quella di non richiamare le squadre che ormai non hanno l’opportunità di conquistare l’accesso ai playoff: Golden State, Minnesota e altre dovrebbero rimandare la ripartenza direttamente al prossimo anno
Fasi di controllo
Allo studio degli esperti, evidenzia Adnkronos, c’è inoltre un protocollo medico che prevede varie fasi di controllo in base alle modalità previste dal rientro: prima quelle relative agli allenamenti di squadra delle prime settimane, seguiti poi da esami e controlli più stringenti da compiere dopo il trasferimento a Orlando. L’ultima grande questione è quella che riguarda il calendario e le date del ritorno sul parquet: secondo quanto riportato da The Athletic, a luglio potrebbero iniziare i training camp – dopo settimane d’allenamento in palestra – seguite poi dal trasferimento a Orlando e da una possibile ripartenza prevista a fine mese o addirittura a inizio agosto.