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Myanmar, trionfa (di nuovo) il partito di Aung San Suu Kyi

L'Nld di Aung San Suu Kyi ha vinto 346 dei 412 seggi presenti in parlamento: ne bastavano solo 322 per governare

In Myanmar la Lega nazionale per la democrazia (Nld), il partito del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, ha conquistato la maggioranza dei seggi in Parlamento nelle elezioni di domenica scorsa in Birmania. Lo ha confermato oggi la Commissione elettorale a conteggio non ancora ultimato ma sufficiente a garantire, al partito della leader birmana la maggioranza assoluta nelle due camere e la possibilità di formare il nuovo governo.

Il conteggio dei voti

L’Nld ha vinto 346 dei 412 seggi dichiarati finora, e ancora si attende il risultato di altri 64 seggi: ne bastavano solo 322 per governare. Secondo la Costituzione birmana, inoltre, un quarto del totale dei seggi (vale a dire 103 su 412) deve necessariamente essere assegnato ai militari.

calcoli alla mano, l’attuale risultato rappresenta quindi un trionfo del Nld, il secondo consecutivo dopo quello del 2015, quando si tennero le prime elezioni libere dopo la fine della dittatura militare.

Consenso popolare

La popolarità di Suu Kyi in patria rimane alta in particolare tra la maggioranza Bamar, mentre le minoranze etniche hanno perso la fiducia nella “Signora” come sincera promotrice di un processo di pace equo.

Le critiche straniere al nazionalismo di Suu Kyi sulla questione dei musulmani Rohingya, contro cui nel 2017 l’esercito ha mosso un’offensiva a cui l’Onu ha attribuito “intento genocida“, infatti non hanno intaccato il consenso interno per il premio Nobel per la pace.

Rohingya

I musulmani Rohingya in Myanmar (Stato dell’Asia sudorientale noto anche con il nome di Birmania) rappresentano, secondo l’Onu, uno dei gruppi etnici più perseguitati del pianeta. A causa delle violenze e degli scontri religiosi con la maggioranza buddista, sono decine di migliaia gli islamici che hanno cercato – dal 2012 ad oggi – la salvezza fuggendo sui “boat-people” e che ora vivono in campi per sfollati, al confine tra Birmania e Bangladesh.

In Bangladesh uno dei campi è stato chiuso lo scorso 15 maggio per l’aumento dei casi positivi al coronavirus. Il campo è il maggiore dei 34 campi presenti nel Paese e che, in tutto, ospitano oltre 750 mila persone fuggite nell’agosto 2017 dal vicino Myanmar.

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