“I minori uccisi nel 2021 in tutto sono 19. Di questi: 11 maschi e 8 femmine. Nella fascia 0-13 anni sono 10 maschi e 4 femmine. Nella fascia 14-17: un maschio e 4 femmine. E’ la cerchia di conoscenze e l’ambito familiare quello che mette più a rischio la vita dei minori, diversamente da quanto accade per gli adulti”.
Così a InTerris.it la dottoressa Maria Giuseppina Muratore, prima ricercatrice del Servizio Registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita dell’Istat, commentando il report “Le vittime di omicidio 2021” dell’Istituto Nazionale di Statistica pubblicato oggi [qui il rapporto, ndr].
Esperta di studi sulla criminalità, statistica della giustizia e violenza contro le donne, la dottoressa Muratore è responsabile da 20 anni delle indagini sulla vittimizzazione e sulla violenza contro le donne e dal 2017 del Sistema Integrato sulla Violenza di Genere in Italia. Autrice di numerosi reportage su criminalità, statistiche sulla giustizia, dati sulla vittimizzazione e sulla violenza, ha affrontato il tema della criminalità da più punti di vista, analisi dei dati, metodologia, valutazione della qualità dei processi.
L’approfondimento della dottoressa Maria Muratore
“Complessivamente, il nuovo rapporto ISTAT è positivo perché le statistiche sugli omicidi dimostrano di essere abbastanza stabili nel tempo. Nel 2021 gli omicidi risultano in lieve calo, ne sono stati commessi 303 (315 nel 2019, 286 nel 2020). Il dato italiano è uno tra i più bassi a livello europeo”.
In aumento gli omicidi di uomini
“Un dato rilevante dell’ultimo rapporto – spiega Muratore – è l’aumento di omicidi maschili: 184 rispetto ai 170 dell’anno precedente. Quest’anno il dato è risalito per una particolarità: gli uomini – a differenza delle donne – vengono uccisi principalmente da sconosciuti. Quindi non in contesti familiari. Con la pandemia e le restrizioni, gli spostamenti sono stati limitati e dunque nel 2020 si sono registrati meno assassinii. Con il ritorno alla normalità, il numero è tornato a crescere”.
Femminicidi in leggero aumento
“Questo discorso vale solo per gli uomini. Il numero di omicidi di donne, 119, è rimasto per lo più stabile dal 2020 al 2021. Questo perché i femminicidi avvengono nella grande maggioranza dei casi tra le mura domestiche per mano di familiari e conoscenti. Nell’ultimo anno sono un po’ aumentati rispetto agli anni precedenti. Ma il tasso è sostanzialmente stabile”.
Omicidi in famiglia
“Stabili anche i dati sulle uccisioni in famiglia che vedono tristemente protagoniste, conseguentemente a quanto detto prima, ancora le donne. Gli omicidi avvenuti tra le mura domestiche sono in tutto 139 e rappresentano quasi la metà del totale (45,9%). 39 vittime sono uomini e 100 (quasi il triplo) sono donne”.
“Pesanti i dati inerenti alla coppia: ben il 58,8% delle donne uccise è vittima di un partner o ex partner. Cifra in leggero aumento rispetto al 57,8% del 2020 e in calo rispetto al 61,3% del 2019. Ma sostanzialmente stabile”.
Minori: uccisi 19 tra bambini e ragazzi, sempre da conoscenti
“Interessanti i dati riguardanti i minori (bambini e ragazzi) che quasi nel 99% dei casi vengono assassinati da conoscenti, in genere appartenenti alla cerchia familiare o amicale”.
“I minori uccisi nel 2021 in tutto sono 19. Di questi: 11 maschi e 8 femmine. Nella fascia 0-13 anni sono: 10 maschi e 4 femmine. Nella fascia 14-17: un maschio e 4 femmine.
“In merito alle cause della morte i dati confermano le premesse. Le 4 femmine adolescenti sono morte: una uccisa da un conoscente; due da parenti; una da ex partner. L’unico adolescente morto nel 2021 è stato ucciso da una persona sconosciuta alla vittima. 6 dei 10 bambini morti sono stati uccisi da parenti, mentre gli altri 4 da conoscenti”.
“E’ dunque la cerchia di conoscenze e l’ambito familiare quello che mette più a rischio la vita dei minori, diversamente da quanto accade ad esempio per gli adulti. Ampio il divario tra minori e adulti maschi: i bambini e ragazzi uccisi in famiglia sono il 55% del totale; gli uomini solo il 21%. Anche il valore delle minorenni uccise in famiglia è alto: è il 75%. Ma la media femminile tocca l’85%. Praticamente, per le donne la modalità di essere uccise in famiglia è la più diffusa in qualsiasi fascia d’età”.
“Domani, 25 novembre, si svolge, presso l’Aula Magna dell’Istat, il convegno ‘Proteggere le donne. Dati e analisi per contrastare la violenza di genere’. I dati dei rapporti ISTAT sono necessari per fare buone politiche. Ad esempio, per capire la differenza tra gli omicidi di donne e uomini. Gli omicidi maschili sono più legati alla criminalità comune o organizzata, mentre quelli femminili al contesto familiare. Il femminicidio è dunque un problema di stereotipi di genere”.
“E’ necessario lavorare sull’educazione per sconfiggere la violenza sulle donne. Gli omicidi sono la punta dell’iceberg della violenza di genere in Italia che è commessa – in tutte le sue forme, gravi e meno gravi – principalmente da partner o ex partner. Le statistiche sono dunque necessarie per comprendere questo terribile fenomeno”.
“Non dimentichiamoci poi che esiste il sommerso: vale a dire tutto ciò che non viene denunciato. La scorsa indagine indicava come casi denunciati solo il 12% del totale. Quasi sempre le violenze erano perpetrate da partner o ex partner. Dal 2006 al 2014 il tasso di denuncia – di tutti i tipi di violenza: fisica, verbale, psicologica, sessuale – è passato dal 6% al 12%. Oggi c’è una maggiore consapevolezza, dunque supponiamo che la percentuale di casi denunciati sia ulteriormente aumentata. Ma non ha ancora raggiunto il 100% dei casi. C’è ancora dunque molto su cui lavorare”.