“Siamo qui per un test, non per una passerella. Il governo vuole verificare l’andamento dei lavori. Siamo qui augurandoci che il Mose possa funzionare e rispondere all’obiettivo. Abbiamo un approccio laico e pragmatico”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte alla ‘prova generale’ del Mose di Venezia. Il premier sta partecipando alla prova delle paratie destinate a proteggere la città dalle maree, con i ministri De Micheli e D’Incà. Per l’evento di oggi la Laguna è stata completamente chiusa al traffico marittimo. Per questo primo test completo, vengono alzate tutte le 78 dighe mobili del sistema Mose, pensato per salvare la città dall’acqua alta, sempre più frequente.
L’ultimo sforzo
“E’ giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico a chi sta protestando, ai cittadini e intellettuali, concentriamoci sull’obiettivo di completare il Mose” ha aggiunto Conte. “Facciamo in modo che funzioni. Di fronte all’ultimo miglio la politica si assume le proprie responsabilità e decide che con un ulteriore sforzo finanziario si completa e si augura che funzioni”. “Questa opera – ha aggiunto il premier – ha attirato critiche e dibattiti, è stata avversata e auspicata, rallentata nell’esecuzione, su cui si sono addensati episodi di corruzione e malaffare che ne hanno compromesso il completamento. Non dobbiamo dimenticare nulla, è la storia”, ha concluso Conte.
Paratie
Già da qualche minuto hanno iniziato a spuntare dall’acqua le grandi paratie gialle del Mose. Conte, poco fa, ha dato il via al sollevamento alle tre bocche di porto. I parallelepipedi emergono lentamente dal fondale. Quando la schiera sarà completata verrà separata fisicamente la laguna di Venezia dal mare aperto. I lavori del Mose termineranno entro il 31 dicembre 2021.
Contro il Mose
Intanto, alcuni ambientalisti e comitati contro le grandi navi in laguna hanno avviato una manifestazione di protesta. A loro dire l’opera, che ha richiesto anni di lavoro e finanziamenti ingenti, sarebbe obsoleta.
Le dichiarazioni di Conte
“Ragionevolmente ci sono le condizioni per proseguire lo stato di emergenza per il coronavirus dopo il 31 luglio”, ha dichiarato il premier Conte al margine della cerimonia generale del Mose. “Lo stato di emergenza serve per tenere sotto controllo il virus. Non è stato deciso tutto, ma ragionevolmente si andrà in questa direzione”. “Per noi la legalità è fondamentale – ha detto Conte – anche adesso che stiamo mandando in Gazzetta ufficiale il Decreto semplificazioni. Io l’ho detto – ha aggiunto –l’Italia ha bisogno di correre. Dobbiamo avere il coraggio di dirci che in questa situazione siamo in grave emergenza, in grave recessione. Per correre dobbiamo accelerare le procedure. Nel contempo, però, dobbiamo rafforzare i presidi di legalità anti-corruzione, i protocolli anti-mafia”.