La sua auto è finita contro un albero, in via Firenze alla periferia di Prato. E’ morto così, nella giornata di ieri – 13 aprile – Simone Cantaridi, 46 anni. Un giorno forse non casuale: oggi cade il 21/o anno dalla strage in famiglia da lui commessa la notte tra il 13 e il 14 aprile 1999 quando a Piombino (in provincia di Livorno) uccise a coltellate la moglie 26enne Sabrina, la figlia di 4 anni Vanessa e sua sorella Claudia di 27 anni per poi far esplodere l’abitazione. Lo riporta Il Tirreno.
L’incidente
Dentro l’auto schiantata contro un albero non c’era alcun documento: si è risaliti all’identità del 46enne dal targa della macchina. Si indagano le cause dell’incidente, inizialmente imputate – quando ancora non era noto chi fosse il conducente e la coincidenza della data con la strage di 21 anni fa – alla casualità e alla velocità eccessiva. Dalle prime analisi, non risulta che Cantaridi fosse ubriaco o avesse fatto uso di sostanze stupefacenti durante la guida.
La strage
Inizialmente creduto come unico superstite di una tragedia dovuta a un’esplosione di gas in abitazione, Cantaridi ammise poi le sue responsabilità dopo due giorni dagli omicidi senza però mai spiegare perché lo avesse fatto. Fu condannato con rito abbreviato a 20 anni poi ridotti a 16. Ne ha scontati in carcere dieci; venne poi scarcerato grazie alla buona condotta e all’indulto. Negli ultimi anni ha lavorato in un supermercato. Durante la reclusione a Prato si era laureato in teologia.