Mario Rosario Morelli oggi è stato nominato Presidente della Consulta. Ricopriva il ruolo di vicepresidente dal 2018. La sua carica durerà solo 3 mesi, il 12 dicembre 2020 dicembre, infatti, scadrà infatti il suo mandato di giudice costituzionale. La carica dura 9 anni e lui è stato eletto alla Consulta nel 2011. Non si tratta, comunque, della prima breve presidenza: sia la presidenza Vassalli che quella Conso è durata circa 3 mesi e, nel 1995, quella di Caianiello neanche due mesi. È il successore di Marta Cartabia, che è stata alla guida della Corte per 9 mesi ha introdotto numerose innovazioni.
La carriera
Morelli, 79 anni, è nato a Roma. È sposato e ha due figlie. Assistente alla Corte Costituzionale, per venti anni, è considerato uno dei ‘padri’ fondatori delle regole sul contenzioso delle Regioni. Esperto giuslavorista e in diritto della famiglia, è stato presidente della Terza sezione civile della Cassazione e direttore dell’Ufficio del Massimario.
Negli anni ’70, come assistente a Palazzo della Consulta, si occupò dell’istruttoria sul caso Lockheed.
È stato il giudice del caso Eluana Englaro, relatore della sentenza delle sezioni unite della Cassazione con cui, nel 2008, è stato dato il via libera allo stop dei trattamenti per la ragazza in coma vegetativo.
Inoltre, è stato relatore della pronuncia sull’articolo 18 riformulato dal Job act e da ultimo della sentenza che ha segnalato l’insufficienza delle pensioni degli invalidi civili totali.
La conferenza stampa
Nella conferenza stampa, dopo la sua elezione, ha detto: “Non mi nascondo le criticità, ma cercherò, anche in breve tempo, di portare avanti tutti i progetti partiti da Lattanzi e, con grande incremento, da Cartabia“, sottolineando che “la collegialità è la risposta agli inconvenienti del breve tempo: è vero che il presidente ha qualche potere in più ma sono assai relativi perché la Corte lavora collegialmente”.
Proprio per una maggiore collegialità, come primo atto da Presidente, Morelli ha nominato vicepresidenti i giudici Giancarlo Coraggio e Giuliano Amato. Ha affermato che: “Il primo sara’ al 99,99% il prossimo presidente“. E poi ha fatto riferimento al voto che stamane lo ha visto contrapposto proprio a Coraggio e che, solo alla seconda votazione e a maggioranza, lo ha visto prevalere, dicendo: “Non ci ha divisi, siamo totalmente d’accordo e lavoreremo insieme come prima”
Riguardo alle presidenze ‘brevi‘ e al principio dell’anzianità, tema ancora aperto nei dibattiti riguardanti la Corte, ha puntualizzato che “il principio di anzianità sconta le sue criticità, ma assicura serenità e indipendenza. Nessuno ha mai pensato di poter scavalcare una designazione temporale avvalorandosi del proprio prestigio” e ha fatto rilevare che, dagli anni ’90, “solo in 4 casi” (quelli dell’elezione di Casavola, Ruperto, Quaranta e Criscuolo) “c’è stata una deviazione da questo principio ed è stata una soluzione che ha lasciato strascichi”.