Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen è arrivato a Kiev dove vedrà il presidente Volodomyr Zelensky. E’ la prima volta che un esponente israeliano arriva in Ucraina dall’invasione russa del Paese.
Cohen annuncerà il ritorno dell’ambasciata israeliana in Ucraina
Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen – secondo un portavoce – annuncerà il ritorno dell’ambasciata israeliana in Ucraina per attività continue a Kiev. Cohen, secondo il ministero degli Esteri, dovrebbe vedere anche il suo omologo Dmytro Kuleba. Oltre a Kiev, Cohen andrà anche a Bucha e Babi Yar.
“Sono arrivato oggi per la prima visita di un ministro israeliano a Kiev dallo scoppio dei combattimenti. Nell’ultimo anno – ha detto Cohen – Israele si è schierato a fianco del popolo ucraino e della parte dell’Ucraina. Oggi sventoleremo la bandiera israeliana presso l’ambasciata israeliana a Kiev, che tornerà ad attività continue al fine di rafforzare le relazioni tra i Paesi”.
I arrived in Kyiv this morning, for the first visit of an Israeli minister to Ukraine since the beginning of the war.
During my meeting with President Zelensky and Foreign Minister Kuleba, we will discuss the reopening of the Israeli embassy in Kiev, >> pic.twitter.com/WK27EqGtZU— אלי כהן | Eli Cohen (@elicoh1) February 16, 2023
Proseguono i bombardamenti
La guerra in Ucraina giunge al 358esimo giorno mentre proseguono i bombardamenti russi. L’esercito ucraino ha abbattuto la notte scorsa 16 missili russi durante il 15mo attacco su larga scala delle forze di Mosca, che ha colpito anche infrastrutture critiche in diverse regioni del Paese: lo ha reso noto l’Aeronautica militare ucraina, secondo cui le forze russe hanno lanciato oltre 30 missili. Lo riporta il Kyiv Independent.
La Nato accelera sulle munizioni
La nuova massiccia offensiva della Russia contro l’Ucraina, a un anno dall’invasione di terra, è in una fase di preparazione molto avanzata, se non addirittura “già iniziata”: movimenti al confine di truppe e mezzi – aerei compresi – non sono passati inosservati, così come le navi nucleari nel Baltico e 4 caccia russi che lunedì hanno sfiorato l’Alaska.
Stati Uniti ed Europa intendono quindi accelerare sulla consegna di armi a Kiev che le consentano di difendersi e vincere sul campo di battaglia. Unico modo – secondo l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell – per arrivare ad un negoziato, e quindi alla pace.
Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha annunciato, al termine del Consiglio dei ministri della Difesa dell’Alleanza, che oltre agli Usa e alla Francia anche la Germania, la Norvegia e altri Paesi membri hanno firmato contratti con le aziende del settore per incrementare la produzione: “Si stanno rafforzando sia le linee produttive esistenti che investendo in nuove fabbriche”. “Siamo totalmente concentrati a fornire capacità e non solo mezzi”, ha quindi sottolineato il capo del Pentagono, Lloyd Austin, dicendosi convinto che “gli ucraini avranno buone possibilità di fare una differenza significativa sul campo di battaglia e di stabilire l’iniziativa. Ed essere in grado di sfruttare questa iniziativa in futuro”.
Da Mosca continuano però ad arrivare minacce sempre meno velate all’Occidente, in attesa del discorso che il 21 febbraio Vladimir Putin terrà davanti al Parlamento russo.
Fonte: Ansa