Non sembra esserci davvero pace per la città di Milano dove, all’alba, un incendio ha mandato letteralmente in fumo gli archivi della cancelleria centrale del Palazzo di Giustizia, compresi gli atti del giudice per le indagini preliminari. C’è voluto l’intervento di ben sette squadre dei Vigili del fuoco per arginare l’incendio, scoppiato probabilmente a causa di un cortocircuito e propagatosi tra il settimo piano (dove si è innescato) e il quinto piano. Dichiarati inagibili, dunque, gli ultimi tre piani del Palazzo di Giustizia, con un danno estremamente grave alle archiviazioni del Gip ma, fortunatamente, senza nessun ferito. In quel momento, infatti, anche per via del lockdown di Milano che ha quasi del tutto azzerato le attività all’interno del Tribunale, non c’era nessuno ai piani interessati dall’incendio.
Cancelleria distrutta
“E’ stato un incendio violentissimo con danni terribili – ha commentato immediatamente il pm Alberto Nobili, intervenuto sul posto per constatare le conseguenze dell’incendio -. Tre piani: il quinto, il sesto e il settimo sono stati dichiarati inagibili, ma verifiche sono in corso anche sulla stabilità dell’intera struttura”. Il cortocircuito ritenuto la causa del rogo, sarebbe stato provocato da un sovraccarico dei sistemi informatici, circostanza verificatasi anche in altre occasioni. Ci sono volute circa tre ore di lavoro per domare le fiamme, ma il lavoro dei Vigili del fuoco è proseguito per cercare di mettere in sicurezza per quanto possibile gli ultimi piani della struttura, mentre alcune squadre sono state impiegate per bonificare l’aria dai fumi dell’incendio. Nel frattempo, il presidente dell’Ufficio gip Aurelio Barazzetta dava conto della distruzione della cancelleria centrale del Palazzo di Giustizia, nella quale si trovavano documenti importanti relativi a sentenze e rinvii a giudizio che, ora, dovranno essere ricostruiti al meglio.