Doveva provarci considerato il momento poco felice del Real Madrid. E il Milan lo ha fatto vincendo nettamente al Bernabeu al termine di una partita perfetta condotta con acume tattico. Finisce 3-1 ed è una vittoria preziosa per gli uomini di Fonseca, per la classifica ed il morale. Pessimo invece per la squadra di Madrid che dopo il Clàsico, incassa un’altra sconfitta pesante. Toccante prima del via il minuto di raccoglimento per le vittime dell’alluvione a Valencia, con tanto di stendardo della Comunità Valenciana esposto al momento dell’ingresso delle squadre in campo. Merengues senza Rodrygo e con Bellingham più avanzato a supporto di Vinicius e Mbappé. Gioca Modric. Fonseca sceglie Leao, ci sono Morata e Musah, torna Tomori. Real e Milan se la giocano sul piano del ritmo, la difesa del Real non è ermetica, e lo si sapeva, così dall’angolo di Pulisic, svetta la testa di Thiaw che infila Lunin. Ma anche dall’altra parte non si scherza, tanto che Emerson Royal commette fallo per fermare Vinicius: calcio di rigore che il brasiliano trasforma spiazzando Maignan. Il Real non ingrana, il Milan capisce il disagio e affonda sugli esterni. Uscita maldestra dei padroni di casa, palla recuperata da Pulisic che premia l’inserimento di Leao. Lunin c’è ma respinge proprio sui piedi di Morata che in tap-in fa 2-1 Milan. Nel Real, all’intervallo, entrano Brahim Diaz e Camavinga. Subito occasione per Bellingham che però si coordina male e conclude alto. Ma il Milan spreca in maniera clamorosa un controgioco di Pulisic che serve il cioccolatino a Leao che non lo scarta. Poi è Mbappé, ancora in ombra, a divorarsi il pari calciando a lato. E a forza di sbagliare, finisci con nl’incassare. Leao fa il vuoto a sinistra e mette in mezzo per Reijnders, la difesa del Madrid è scoperta e di sinistro incrocia sul palo più lontano: 1-3. Il Real è ferito nell’orgoglio e prova a riprenderla nel finale di gara. Rudiger trova per pochi istanti il 2-3 prima che il gol venga annullato per fuorigioco di Rodrygo. Poco altyrio fino alla fine, se non la vittoria, meritata, del Milan, che condanna il Real ad un’altra settimana di passione.
Juve, pari di carattere in Francia
Per dimenticare lo Stoccarda, la Juve sceglie Lille, dove confeziona un pari in rimonta giocando con gran temperamento, e risponde al gol iniziale dei francesi, trovando il pari con Vlahovic, ma senza però riuscire a ribaltarla del tutto. Alla fine un pari che fa classifica. Nei bianconeri c’è Conceiçao, con Koopmeiners e Yildiz alle spalle di Vlahovic. Lille affidato a David. Ed è proprio il canadese a sbloccare la partita intorno alla mezz’ora di gioco, sfruttando al meglio una gran palla di Zhegrova. Ma la Juve c’è e prova subito a ribaltarla, Koopmeimner si vede annullare due gol, ma era in entrambe le occasioni in posizione irregolare. La Juve comunque c’è, ribatte colpo su colpo anche se fatica a trovare il varco giusto per battere a rete. Ci prova subito Koopmeiner a inizio ripresa ma perde l’attimo. Ma la Juve spinge costringendo il Lille a difendersi a denti stretti. Occasionissima per Thuram, si immola Chevalier. La Juve insiste, Conceicao va via in progressione per poi essere steso in area. Calcio di rigore, calcia e trasforma Vlahovic: 1-1. Ma la Juve continua a fare la partita, e per poco un tiro cross per Vlahovic, non sorprende il portiere francese. I bianconeri hanno speso molto, rallentano, ma senza rinunciare al controgioco. Cinque di recupero, dove succede praticamente poco. E la Juve torna a casa con un punto che fa tanto morale.
Bologna, altra frenata
Partita equilibrata al Dall’Ara, due gol annullati e tante occasioni, ma il risultato non si sblocca in un primo tempo dove le emozioni non sono certo mancate. Al Bologna cuore e carattere non hanno fatto difetto, quello che è mancato è stato il guizzo vincente e quel gol che avrebbe forse cambiato la storia della sua Champions. Che non è arrivato. E’ arrivato nel finale invece quello del Monaco che Kehrer si è portato a casa tre punti d’oro. Per il Bologna, solo amarezza.