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Emergenza migranti in Texas: 9.000 haitiani al confine. Biden giù nei sondaggi

Il prossimo 28 ottobre i big del petrolio saranno chiamati a testimoniare al Congresso americano sul clima.

E’ di nuovo “emergenza migranti” in Texas, negli Stati Uniti. Fra gli 8.000 e i 9.000 haitiani hanno attraversato negli ultimi giorni il Rio Grande e sono accampati sotto un ponte al confine con il Messico nel sud dello Stato, in quella che è definita un’emergenza umanitaria e sfida logistica senza precedenti. L’afflusso record rappresenta una difficoltà per l’amministrazione Biden, già alle prese con la sistemazione e il trasferimento di 60.000 evacuati afghani.

Biden giù in sondaggi,americani spaccati su Afghanistan

E proprio Biden, a causa dell’Afghanistan, è in calo nei sondaggi, con gli americani divisi sulla sua gestione del ritiro delle truppe dal Paese subito riconquistato dai Talebani, dopo 20 anni di presenza Nato. Secondo le rilevazioni di Monmouth University, solo il 45% approva il lavoro del Presidente, in calo rispetto al 54% di aprile. Inoltre, solo il 30% degli americani ritiene che il Paese sia sulla strada giusta, mentre gli interpellati sono spaccati sull’Afghanistan: il 48% ritiene sia stato bene gestito, mentre il 49% boccia le modalità.

Clima: Camera chiede audizione dei 4 big del petrolio

C’è anche il clima all’agenda politica statunitense. Il prossimo 28 ottobre i big del petrolio saranno chiamati a testimoniare al Congresso americano sul clima. La Camera ha infatti inviato una lettera di convocazione agli amministratori delegati di Exxon, Chevron, Shell e Bp dopo la scoperta di nuovi documenti “molto preoccupanti” sulla campagna di disinformazione portata avanti per screditare la scienza sul clima.

Secondo un report della ong britannica “Influence Map”, riportata da Linkiesta, solo nei tre anni successivi all’accordo di Parigi sul clima, le cinque più grandi compagnie petrolifere al mondo – ExxonMobil, Royal Dutch Shell, Chevron, BP e Total – hanno investito più di 1 miliardo di dollari per finziare campagne di branding e attività di lobbying per screditare l’emergenza climatica.

In un report della “Union of Concerned Scientists”, sono stati raccolti i file riservati di aziende e associazioni di produttori petroliferi che mostrano come per almeno tre decenni le maggiori compagnie abbiano lavorato per distorcere e delegittimare le scoperte scientifiche sul clima, manipolare l’opinione pubblica e fermare le politiche ambientaliste dei governi di tutto il mondo.

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