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Migranti: 57 morti in naufragio al largo della Tunisia

La nave Sea Eye 4 verso l'Italia con 400 persone a bordo. La Spagna intanto deve affrontare l'arrivo di seimila migranti a Ceuta e Melilla

Crisi umanitaria ai confini dell’Europa. Un’imbarcazione è naufragata a largo della Tunisia e 57 delle persone che erano a bordo avrebbero perso la vita, mentre altre 33 sarebbero state portate in salvo. In queste ore una nave dell’organizzazione non governativa Sea Eye, con 400 migranti, dopo essersi vista respingere la richiesta di porto sicuro da Malta, si dirige verso le acque italiane e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando offre accoglienza. Arriva presto il commento del segretario della Lega Matteo Salvini, fresco di proscioglimento da parte del gup di Catania sulla vicenda della nave della Marina militare italiana Gregoretti: “Difendere i confini non è un reato, è un dovere!”. Fa sapere con una nota la Marina tunisina di aver recuperato in mare oltre 100 migranti che cercavano di raggiungere l’Italia dalla Libia al largo dell’isola di Djerba.

La situazione in Spagna

La crisi più grave, umanitaria e diplomatica, la sta affrontando la Spagna. Il capo del governo Pedro Sanchez è arrivato a metà pomeriggio a Ceuta, città-enclave spagnola in Nord Africa confinante con il Marocco, dove circa 8mila migranti tra cui circa 1500 minori sarebbero arrivati via mare dall’alba della giornata di ieri, anche a nuoto, e avrebbero cercato di raggiungere Melilla, altra città autonoma spagnola nella regione. Le autorità spagnole hanno schierato l’esercito e sarebbero stati rimpatriati al momento circa la metà. Decine di migranti, sembra 86, avrebbero scavalcato la barriere tra il Marocco e l’altra enclave spagnola, Melilla. Il governo di Madrid ha inoltre stanziato 30 milioni di euro per il contrasto dell’immigrazione irregolare.

Secondo la stampa spagnola, dietro la passività delle forze di polizia marocchine di fronte ai tentativi di raggiungere le località autonome spagnole ci sarebbe una ritorsione da parte del Marocco nei confronti della Spagna perché quest’ultima ha concesso un visto d’ingresso per motivi di salute a Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario, gruppo militante che combatte per l’indipendenza del Western Sahara, malato di Covid. Il ministro responsabile delle politiche migratorie Josè Luis Escriva ha dichiarato che ” le autorità marocchine dicono che non c’è una relazione e io suppongo che credano in quello che dicono”. Ma poco dopo l’ambasciatrice del Marocco in Spagna Karima Benyaich, ha pronunciato parole che contrastano con quelle di Escriva: “Ci sono azioni che hanno conseguenze e bisogna assumersene la responsabilità”. Intanto le autorità marocchine hanno richiamato la diplomatica “per consultazioni e tornerà subito in Marocco”, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri di Rabat.

“Ceuta confine europeo”

Le istituzioni comunitarie esprimono il loro appoggio al governo spagnolo. “L’Unione europea è solidale con Ceuta e la Spagna, abbiamo bisogno di soluzioni europee comuni per gestire le migrazioni”, scrive la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Il confine spagnolo di Ceuta è un confine europeo” ha aggiunto il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas.

I migranti morti in un naufragio

Sarebbero 57 le vittime e 33 i sopravvissuti del naufragio di un natante, diretto in Europa, al largo della Tunisia, ha comunicato la Mezzaluna Rossa tunisina su Twitter, spiegando che 33 persone sono state tratte in salvo. Intanto una nave dell’ong tedesca Sea Eye, la Sea Eye 4, fa rotta verso l’Italia. A a bordo oltre 400 migranti soccorsi nei giorni scorsi al largo della Libia. La Sea Eye 4 aveva chiesto accoglienza a Malta, vedendosela rifiutare.  “Chiediamo alla Guardia costiera italiana di assumere urgentemente il coordinamento “, fa sapere Gorden Isler, presidente della ong tedesca.

Il primo cittadino palermitano Orlando scrive in un tweet: “Occorre adesso un porto sicuro. Palermo con il suo porto e in tutte le sue articolazioni sociali è pronta ad accogliere. Si attendono le decisioni delle autorità competenti”. Di tutt’altro tono le dichiarazioni di Salvini: “Fatemi capire. Una nave tedesca raccoglie 400 clandestini in acque libiche e maltesi, Malta rifiuta di assegnare un porto e questi si dirigono verso l’Italia. Difendere i confini non è un reato, è un dovere!”.

No dei sindaci

Tra i sindaci leghisti di Lombardia e Lazio non accoglieranno le loro quote dei 559 migranti sbarcati nei giorni scorsi. “I sindaci lombardi della Lega non prenderanno nessuno dei 60 immigrati che il Viminale vorrebbe smistare. Per inciso, non hanno il minimo requisito per essere considerati profughi, trattandosi di migranti economici. Sul territorio abbiamo tante famiglie in difficoltà, senza lavoro e senza reddito. Per cui ogni euro disponibile serve per aiutare la nostra gente. Su questo non si discute: prima gli italiani, prima le nostre famiglie”, hanno dichiarato Fabrizio Cecchetti, coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier, e Giacomo Ghilardi, coordinatore regionale Sindaci Lega della Lombardia.

Stesso discorso per il Lazio, afferma Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega e responsabile agli Enti locali del partito nel Lazio: “Nessun immigrato sarà accolto dai Comuni amministrati dalla Lega nel Lazio. Ben altre sono, infatti, le priorità delle amministrazioni locali, alle prese sempre di più con le famiglie in difficoltà e le attività commerciali in piena crisi che rischiano la chiusura”.

La crisi di Ceuta e Melilla

Dall’alba di ieri circa seimila persone di origine subsahariana e marocchina, di cui 1.500 circa minori, sono riusciti ad entrare a nuoto, a Ceuta. Bambini non accompagnati e madri con neonati si sarebbero gettati in mare per raggiungere il territorio spagnolo. Secondo quanto riferito dal quotidiano El Mundo, nelle prime ore di oggi la Spagna ha deciso di schierare l’esercito alla frontiera con il Marocco “come deterrente” ha dichiarato Juan Jesus Vivas, presidente-sindaco di Ceuta, per impedire ulteriori arrivi, come supporto alla polizia locale e nazionale.

Nel corso mattinata, alcune persone hanno lanciato sassi dal lato marocchino contro agenti della Guardia Civil spagnola schierati alla frontiera, che avrebbero risposto con spari in aria e fumogeni. Non stati riportati feriti. Secondo fonti della polizia diverse decine di migranti hanno saltato la recinzione di confine a Melilla e sono riusciti ad accedere alla città all’alba di oggi in diversi gruppi per poi essere scortati verso il Centro di permanenza temporanea degli immigrati. Il presidente di Melilla, Eduardo de Castro, ieri aveva espresso la preoccupazione del suo governo per l’ingresso di massa che si stava verificando a Ceuta.

Nel frattempo, il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha dichiarato che 2.700 persone sono state rimpatriate sinora in Marocco. Ha promesso “tutte le misure necessarie” per metter fine alla crisi migratoria, assicurando che nessun minore dei 1.500 arrivati nell’enclave è stato rimandato indietro e la loro situazione sarà valutata. Secondo El Pais, il flusso di arrivi iniziato ieri è diminuito, ma via mare continuano ad arrivare persone, spesso con sintomi di ipotermia.

L’intervento del premier

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, si recherà oggi a Ceuta e Melilla in seguito alla crisi migratoria delle ultime ore. Sanchez ha ammesso che la Spagna sta affrontando una “grave crisi” e ha promesso che l’esecutivo sarà “fermo” davanti a “qualsiasi eventualità e in qualsiasi circostanza” ed ha sottolineato che la relazione di vicinato tra la Spagna e il Marocco deve essere basata sul “rispetto delle frontiere”. Il premier ha poi aggiunto che “l’integrità” di Ceuta, così come la sicurezza” e la tranquillità degli spagnoli e dei residenti nella città, sono garantiti” ed ha promesso che l’esecutivo metterà a disposizione “tutti i mezzi” per affrontare l’emergenza.

Il governo spagnolo ha approvato oggi lo stanziamento di 30 milioni di euro per aiutare il Marocco nel suo spiegamento di polizia contro l’immigrazione irregolare. Secondo quanto riferito dal quotidiano El Mundo questa voce era già contemplata nel bilancio dello Stato. Secondo un rapporto economico di Bruxelles, il Marocco calcola di aver bisogno di 434 milioni di euro all’anno per coprire i costi del controllo delle sue frontiere in un Paese che non è solo d’origine, ma anche di destinazione e transito per migliaia di immigrati

“Azioni hanno conseguenze”

Il governo spagnolo nega che il Marocco abbia aperto le frontiere come rappresaglia per aver concesso a Brahim Gali, leader del Fronte Polisario, malato di Covid, di curarsi in Spagna, lo scorso 27 aprile. “Le autorità marocchine dicono che non c’è una relazione e io suppongo che credano in quello che dicono”, ha affermato il ministro alle politiche migratorie Escriva, il quale ha assicurato che le autorità marocchine avevano collaborato per evitare che venisse superato il muro di Melilla. La portavoce dell’esecutivo, María Jesús Montero, ha aggiunto, secondo El Pais: “La crisi migratoria risponde a cause multiple, complesse. Ci sono vari fattori che influiscono sull’arrivo dei Migranti. Stiamo lavorando in modo discreto”.

“Ci sono azioni che hanno conseguenze e bisogna assumersene la responsabilità”, ha dichiarato l’ambasciatrice marocchina in Spagna Karima Benyaich, convocata dal ministro degli Affari Esteri spagnolo. Ha aggiunto la diplomatica che le relazioni tra “nazioni vicine e amiche” debbano basarsi sulla “fiducia reciproca, che va costruita e alimentata”. Affermazioni che sembrano un’allusione all’accoglienza offerta da Madrid a Ghali,

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