Il contrasto alla violenza sulle donne parte da una banca dati che raccoglie tutte le segnalazioni di molestie o maltrattamenti. A parlarne, a pochi giorni dall’assassinio a sangue freddo della giovane Vanessa Zappalà per mano dell’ex fidanzato, è il direttore centrale anticrimine della polizia di Stato, Francesco Messina.
Il database scudo, Messina: “Abbiamo già 60 mila segnalazioni”
In un’intervista a La Repubblica, Messina spiega che da sette mesi ogni pattuglia che incontra una donna coinvolta in una lite con il compagno deve compilare una scheda che rientra poi nel database ‘Scudo’.
“Abbiamo già 60 mila segnalazioni – afferma il prefetto -. Se domani dovesse accadere un altro evento riguardante quella donna ce ne accorgeremmo subito. Dobbiamo arrivare assolutamente prima, per fermare i femminicidi”.
Fondamentale affinché non si arrivi al peggio è la condivisione delle informazioni fra i vari organi. “Tutti gli attori in campo devono comunicare fra di loro. Cosa che talvolta non è accaduta”, ammette Messina, che esorta: “Tutti i segnali vanno interpretati e raccolti, anche se non sono tali da fare scattare un’indagine, anche se la vittima dice che non vuole denunciare”.
L’omicidio di Vanessa: una morte annunciata
Vanessa Zappalà, 26 anni, è stata uccisa la notte del 23 agosto scorso mentre passeggiava in compagnia di amici al porto di Acitrezza. L’ex fidanzato, già denunciato per stalking, le ha sparato sette colpi di pistola, ferendo anche un’amica della vittima. L’uomo, Antonino Sciuto di 38 anni, è stato poi trovato suicida in un fondo agricolo in contrada Trigona diverse ore dopo.