Meloni ai giornalisti: “Mi aspetto rispetto, non sconti. Nessun bavaglio alla stampa”

La premier Giorgia Meloni. Foto: Palazzo Chigi

“Farò la mia parte perché facciate al meglio il vostro lavoro: non mi aspetto altro che rispetto ma certo non sconti”. Così la premier Giorgia Meloni nella nuova Aula dei gruppi della Camera, in apertura della sua conferenza stampa di fine anno, posticipata due volte per problemi di salute. In platea c’è lo staff al completo della presidente del Consiglio.

Al via la conferenza di Meloni, in platea c’è anche Lupi

Con in mano la sua agenda e un libro sulla storia del giornalismo ricevuto in regalo dall’Ordine dei giornalisti, la premier Giorgia Meloni si è accomodata nella nuova Aula dei gruppi della Camera, dove ha fatto la sua conferenza stampa di fine anno, posticipata due volte per i suoi problemi di salute. In prima fila sono seduti fra gli altri i deputati di FdI Paolo Trancassini, Salvatore Deidda, in platea c’è lo staff praticamente al completo della presidente del Consiglio, e ha preso posto anche il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi.

Meloni ai giornalisti, mi aspetto rispetto non sconti

“Farò la mia parte perché facciate al meglio il vostro lavoro: non mi aspetto altro che rispetto ma certo non sconti”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rivolta ai giornalisti aprendo la conferenza stampa di fine anno. “Mi devo scusare per aver rinviato” questa conferenza stampa per “due volte per ragioni di salute, mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c’era alcun intendimento di scappare da domande dei giornalisti”.

Meloni: “Sarà un anno complesso, da europee a presidenza G7”

“Sarò abbastanza breve perché voglio lasciare spazio alle domande, ho poche cose da dire” a partire dagli “auguri di buon anno per un anno che sarà molto complesso per tutti: ci sono molte scadenze importanti, le elezioni europee, la presidenza italiana del G7 elezioni. Siamo tutti molto impegnati. Il governo italiano porterà il tema dell’incidenza dell’Intelligenza artificiale sul mondo del lavoro al G7, sia al vertice dei capi di stato e governo, sia in uno specifico focus nei mesi precedenti”.

“Nessun bavaglio alla stampa”

“Io penso che lei sappia che la norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva da un esponente dell’opposizione su cui c’è stato parere favorevole del governo ma non è un’iniziativa del governo per cui la manifestazione sotto Palazzo Chigi, quando iniziativa non è del governo, doveva essere sotto il Parlamento visto che le Camere si sono assunte le responsabilità. L’emendamento riporta l’articolo 114 del codice di procedura penale al suo perimetro originario. La riforma Orlando fece un’eccezione consentendo la pubblicazione delle intercettazioni. Qui non si toglie il diritto del giornalista ad informare io non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa sia stata imbavagliata fino al 2017. A me pare un’iniziativa valida, forse non l’avrei presa, io non l’ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino”. Lo afferma la premier commentando le parole del presidente dell’ordine dei giornalisti sulla cosiddetta legge bavaglio alla stampa e la manifestazione del Fnsi davanti a Palazzo Chigi.

“No a Mes occasione per renderlo più efficace”

“Il governo” sul Mes “si è rimesso all’Aula e la ratifica è stata bocciata”. “Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legga una consapevolezza rispetto al fatto che è uno strumento obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell’Italia può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”. In Parlamento “non c’è mai stata una maggioranza” per approvare la ratifica della modifica del Mes. “Perché l’ex governo Conte l’ha sottoscritta quando sapeva che non c’era una maggioranza per approvarla? Ha messo l’Italia in una situazione di difficoltà”.

“Maggioranza alternativa in Ue ha dimostrato di esistere”

“Io lavoro per costruire una maggioranza alternativa” a Bruxelles “che tra l’altro negli ultimi mesi ha dimostrato di esistere su alcuni dossier, dalla transizione green all’immigrazione. Se questo non fosse possibile all’esito delle elezioni europee, io non sono mai stata disponibile a fare una alleanza parlamentare con la sinistra”.

Tasse su extraprofitti banche è operazione win-win

La versione definitiva della tassazione sugli extraprofitti delle banche “per lo Stato è una operazione win win. Lo rivendico e credo si debba riconoscere il coraggio di chi a differenza di altri ha varato questa tassazione”. Lo ha detto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla conferenza di fine anno. “Noi avevamo varato una tassa su quello che era un margine giusto, non aveva un intento punitivo. In sede di conversione c’è stata l’aggiunta della possibilità di accantonare un importo pari a due volte e mezzo l’importa della tassa in una riserva non distribuibile. Questo comporta che aumentando le riserve aumenta il credito ai cittadini, in base a Basilea. Nel caso si optasse per questa seconda ipotesi, ciò comporterebbe un aumento del credito. E nel medio periodo alcune banche pagheranno più tasse”, ha aggiunto.

“Nuove regole sui migranti migliori ma non è la soluzione”

“Le nuove regole sul patto di immigrazione sono migliori del precedente, c’è un meccanismo serio che impegna gli altri Paesi a fare un lavoro di redistribuzione. I nostri hotspot erano pieni e noi abbiamo bloccato la possibilità di prendere persone che avevano passato il confine mentre gli altri paesi avevano bloccato la possibilità di redistribuire, ora per noi c’è un meccanismo di garanzia. Ma quel patto non è la soluzione non risolveremo i problemi dei migranti se pensiamo di gestirli solo quando arrivano. C’è un lavoro da fare a monte e che l’Italia non può fare da sola, tutto il G7 e prevalentemente l’Europa devono pensare all’Africa che è un continente potenzialmente ricchissimo ed una vittima di una destabilizzazione”.

“Per l’Africa non serve la carità, piano Mattei sia modello”

“Del piano Mattei non ha funzionato l’atteggiamento paternalistico che non aiuta nella cooperazione con i paesi africani. In Africa non va fatta la carità ma vanno costruiti dei rapporti di cooperazione e non predatori, difendendo il diritto a non emigrare. Il piano Mattei costruisce questa idea ed il mio obiettivo è che diventi un modello per gli altri Paesi. Ci sarà la conferenza Italia Africa tra poche settimana e quella sarà l’occasione per presentare il piano che poi si confronterà con il Parlamento. C’è il tema dell’energia che mette insieme l’interesse dell’Africa e dell’Europa. Ci sono progetti specifici che saranno presentati”.

Il tema migranti resta priorità

“Non ritengo soddisfacenti” i risultati sull’immigrazione “soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia, penso che se non l’avessi fatto le cose sarebbero andate molto molto peggio”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa di fine anno, sottolineando che “se mi chiedete se sono soddisfatta oggi dico no,se penso di esserlo alla fine di questa legislatura continuo a lavorare per questo, è una delle mie priorità”. “Sono leggermente più soddisfatta dei dati dell’ultima parte dell’anno che mostrano un calo rispetto alla parte iniziale. So che ci si aspettava di più su questo, sono pronta ad assumermene le responsabilità”.

“Decreto flussi? Consci del problema, potenziamo strutture”

“E’ oggettivamente un tema, c’è una complessità oggettiva in questa fase in cui si accavallano richieste”. “C’è un carico di lavoro enorme” e “bisogna anche valutare ipotesi di snellimento delle procedure. Noi stiamo rafforzando gli organi che se ne occupano”. “Il sistema” anche in passato “andava in tilt per molto meno, abbiamo chiaro il problema e stiamo potenziando le strutture” dedicate. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante la conferenza di fine anno rispondendo sulle difficoltà del decreto flussi.

“Caivano? Dimostra che lo Stato non doveva voltarsi da altra parte”

“Noi veniamo da un tempo in cui in Italia si sono moltiplicate le zone franche, lo Stato ha fatto finta di non vedere ed ha pensato fosse più facile voltarsi dall’altra parte e questo ha fatto sì che ci fossero cittadini che non avevano i diritti degli altri. Ci sono molte di queste periferie ed io non posso affrontarle tutte insieme ma la promessa che ho fatto e che non è facile è che si può invertire la rotta, non si possono fare solo spot. Noi tutte le settimane facciamo il punto su Caivano, c’è una presenza costante del governo e ci sta dando soddisfazione. E’ presto ma intanto stiamo procedendo con qualche anticipo, penso alla posa della prima pietra del centro Delphinia e nel fare cose semplici abbiamo restituito dei diritti banali come la possibilità per una mamma di portare il figlio al parco. Caivano dimostra che non era la scelta giusta voltarsi dall’altra parte e noi con Caivano produciamo le norme che servono per le altre situazione e se alla fine i territorio che sottraiamo alla droga diventano i modelli possiamo fare una rivoluzione sulle periferie”.

“Meloni non ancora deciso candidarsi a Europee ma propende per sì”

“Non ho ancora deciso ma sulla candidatur
a alle europee propendo per il sì.
E’ questo il senso del ragionamento di Giorgia Meloni rispondendo alle domande su questo tema nel corso della conferenza stampa di fine anno. Anche perchè il suo sì – ha tra l’altro spiegato – rappresenterebbe un effetto traino per convincere gli altri leader a presentarsi.

“Tuteliamo informazione, ma dipende anche dai giornalisti”

“Quanto è importante la tutela dell’informazione professionale di qualità? E’ molto importante ed è utile a tutti” ed “io sono disposta a fare ciò che si può fare”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno. “Chiunque ha responsabilità – e qui ne abbiamo tutti – deve lavorare” per tutelare l’informazione di qualità, “un pezzetto dipende da ciascuno di noi. Le norme sono competenza nostra. La deontologia”, il convincimento che sia “più utile informarsi su un quotidiano e non sui social, questo dipende più da voi”, ha aggiunto rivolta ai giornalisti presenti.

Fonte: Ansa

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