“Quanto la guerra ha la pretesa di essere lampo – e non le riesce – tanto la pace è frutto del paziente e inarrestabile fluire dello spirito e della pratica di collaborazione tra i popoli, della capacità di passare dallo scontro e dalla corsa agli armamenti, al dialogo, al controllo e alla riduzione bilanciata delle armi di aggressione”. E’ quanto ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un passaggio del suo discorso al Consiglio d’Europa dove si è recato su invito del Presidente, Tiny Kox, e in concomitanza della presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. La pace, ha ribadito, “è frutto di una ostinata fiducia verso l’umanità e di senso di responsabilità nei suoi confronti”.
“Il Consiglio d’Europa è un punto di riferimento veramente fondamentale nel nostro continente, è il punto di incontro al di sopra delle differenze e delle diversità che ci sono in Europa. Ed è ancora più importante in questo momento, con eventi che rischiano “di far tornare indietro la storia” del continente. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontrando a Strasburgo i funzionari del Consiglio d’Europa. Tra i presenti anche il giudice italiano della Corte Europea dei Diritti umani, Raffaele Sabato. “Tengo a ringraziarvi molto per il lavoro che fate, il vostro è un contributo davvero prezioso”, ha aggiunto Mattarella accolto da un lungo applauso dei funzionari dell’organizzazione internazionale fondata nel 1949. Subito dopo il Capo dello Stato ha incontrato il presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Tini Kox. “E’ un grande piacere averla qui. Noi speriamo di ascoltare parole di saggezza da lei e sono certo che i parlamentari ascolteranno con molto interesse il suo discorso”, ha sottolineato Kox. “La saggezza è qualcosa la cui esistenza va costantemente verificata”, ha replicato Mattarella.
Il discorso di Mattarella
“Il Consiglio d’Europa ha sempre avuto la vocazione a essere la “casa comune europea” e ha saputo svilupparla nei decenni che hanno fatto seguito alla sua istituzione. Una casa che, se è stata specchio fedele delle divisioni e delle difficoltà manifestatesi fra le diverse comunità nazionali, ha saputo essere anche espressione del coraggio di unità dell’Europa, spesso prefigurando quanto si è potuto successivamente costruire, sotto altri profili e in altri ambiti, come la Unione Europea”. “Sono lieto di potermi indirizzare a questa Assemblea che esprime nel modo più largo il sentimento dei popoli d’Europa. È motivo di grande soddisfazione per me effettuare a Strasburgo – sede di molteplici istituzioni europee – il primo viaggio all’estero da quando il Parlamento italiano e i rappresentanti delle Regioni hanno voluto nuovamente conferirmi l’incarico di Presidente della Repubblica Italiana”, ha aggiunto.
“Il Consiglio d’Europa ha saputo consolidare le prerogative dei cittadini, aggiungendo alla tutela dei singoli ordinamenti statali quella derivante dalla applicazione della convenzione, in casi di violazione di diritti da parte degli Stati. Perché non c’è ragion di Stato che tenga nel caso di violazioni dei diritti della persona. Più liberi, più sicuri, più coesi. E penso alla Carta Sociale Europea contro le disuguaglianze e le povertà, lanciata in Italia, a Torino, nel 1961″. “Questi sono impareggiabili risultati della costruzione tenace di una casa comune quale il Consiglio d’Europa. Progresso per centinaia di milioni di cittadine e di cittadini europei, fieri di ritrovarsi sempre più in un unico demos”, ha aggiunto il capo dello Stato. “Tanti i traguardi di civiltà conseguiti dal Consiglio d’Europa. Sul terreno della abolizione della pena di morte, della lotta al razzismo, della libertà di espressione, della tutela della diversità culturale, della protezione dei diritti dei bambini, dello sviluppo di politiche per la gioventù. Inoltre, parafrasando il mugnaio di Potsdam, nel nostro Continente si può dire: “c’è un giudice a Strasburgo”, frutto della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo – sottoscritta a Roma – con l’attività sviluppata dalla Cedu”, ha sottolineato.
L’appello alla Russia
“Di fronte a un’Europa sconvolta dalla guerra nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile. La Federazione Russa, con l’atroce invasione dell’Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito, contribuendo ad applicarle. La deliberazione di questa Assemblea parlamentare di prendere atto della rottura intervenuta è coerente con i valori alla base dello Statuto dell’organizzazione, che indica la strada di una unione più stretta delle aspirazioni comuni ai popoli europei”, ha aggiunto. “La responsabilità della sanzione adottata (l’esclusione del Consiglio d’Europa, ndr) ricade interamente sul Governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina”, ha spiegato il Capo dello Stato.
“Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli. La ferma e attiva solidarietà nei confronti del popolo ucraino e l’appello al Governo della Federazione Russa perché sappia fermarsi, ritirare le proprie truppe, contribuire alla ricostruzione di una terra che ha devastato, è conseguenza di queste semplici considerazioni. Alla comunità internazionale tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace“. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo al Consiglio d’Europa.
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