Desidero esprimere riconoscenza ai medici, al personale sanitario, ai ricercatori, alle donne e agli uomini della Protezione civile e delle Forze armate, a quanti in questi giorni si stanno impegnando, con abnegazione e generosità, per fronteggiare e arginare il rischio di diffusione del coronavirus” sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in una nota diffusa dal Quirinale. “Il Ministero della Salute e le Regioni con territori in cui sono presenti casi di contagio stanno operando con tempestività e hanno approntato i protocolli necessari ad affrontare l’emergenza, potendo contare su un sistema sanitario in grado di reagire con efficacia – si legge nella nota -. Questa richiede anche la piena collaborazione di tutta la popolazione secondo le indicazioni delle autorità sanitarie. Sono vicino a quanti sono stati colpiti e alle loro comunità che vivono momenti di comprensibile ansia. Rivolgo un pensiero alle due vittime ed esprimo solidarietà ai loro familiari – ha concluso -. Confido che senso di responsabilità e unità di impegno assicurino la migliore e più efficace risposta a tutela della salute dei nostri concittadini“.
Sale il numero dei contagi in Italia
A due mesi dal primo caso registrato a Wuhan, il coronavirus è esploso anche in Italia. Il bilancio parla di due vittime – un uomo in Veneto e una donna in Lombardia – mentre il numero di contagiati è salito a 52. Di questi 40 risiedono in Lombardia, mentre 12 sono i casi accertati in Veneto.
Un caso sospetto in Umbria
Nel frattempo, si è appreso che in Umbria è stato segnalato un caso sospetto “legato” al coranavirus. Lo ha reso noto la Regione al termine della riunione della task force che si è tenuta al centro della protezione civile di Foligno. Si tratta – è stato spiegato – di un caso “da subito monitorato dai servizi territoriali. Riguarda un soggetto, ora in isolamento, ospitato in una piccola struttura ricettiva umbra. La persona – in base a quanto dichiarato dalla Regione – “presenta sintomi respiratori e avrebbe avuto contatti in tempi recenti con un soggetto che appare abbia contratto l'infezione da coronavirus in Lombardia“. La Regione ha precisato che le organizzazioni sanitarie regionali si sono attivate per “ospedalizzare la persona con i sintomi e mettere in sicurezza tutti i contatti, al fine di annullare il rischio della collettività”. Nessuna indicazione è stata fornita sull'identità del soggetto e sulla località umbra dove si trovava. La riunione della task force è stata presieduta dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei. Hanno partecipato ai lavori il Prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, e il direttore regionale alla Sanità, Claudio Dario.
Conte: “Siamo al lavoro senza sosta per reagire con la massima compattezza a questa emergenza”
“Dopo la riunione di ieri sera, in collegamento con i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, fra poco sarò nuovamente al Comitato operativo della Protezione civile per un aggiornamento sull'emergenza coronavirus e per valutare nuove misure straordinarie. Il mio pensiero e il cordoglio di tutto il governo ora vanno alle due vittime e alle loro famiglie. Siamo al lavoro senza sosta per reagire con la massima compattezza a questa emergenza. Seguiranno aggiornamenti al termine della riunione di questa mattina”. Sono queste le parole del premier Giuseppe Conte, affidate a un post su Facebook, pubblicato prima della riunione al Comitato operativo della Protezione Civile.
Ippolito (Spallanzani): “Non farsi prendere dall'allarmismo”
“Non bisogna farsi prendere dall'allarmismo. Il modello messo in atto dalla Regione Lazio è efficace”, ha dichiarato il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, nel corso della conferenza stampa. “E' un momento di grande preoccupazione per il Paese, ci aspettavamo pochi casi. Ma c'è un messaggio di speranza. Queste persone sono state gestite tempestivamente e stanno bene. Non bisogna premere sull'allarmismo – ha aggiunto – Questo è l'esempio di come il sistema Paese ha funzionato e di come questa regione da fine dicembre si è preparata”. Il prof. Ippolito ha inoltre dichiarato che siamo “in guerra con un virus che vogliamo combattere, che dobbiamo paragonare al modello dell'influenza, ma abbiamo una responsabilità sociale. Ci vuole correttezza intellettuale, che non si cavalchi l'onda ma che si lavori su quelle misure messe in atto oggi, che vengono strette di giorno in giorno; ognuno di noi dovrà perdere un po' della propria libertà individuale“. “Noi oggi ci troviamo con casi autoctoni in due regioni, cosa che avevamo previsto potesse verificarsi. Il modello di risposta adottato dal governo e dalle regioni è tempestivo e risponde ad un criterio di principio di precauzione, anche se può sembrare uno scenario da film – ha aggiunto il direttore dell'ospedale Spallanzani – Mettere in quarantena persone e aree funziona fin dal Medioevo. Anche se oggi abbiamo tanta gentica, tante cose, ma abbiamo bisogno soprattutto di misure di distanziamento sociale per evitare la trasmissione da persona a persona. Questo, anche se può significare chiudere le scuole, mettere a dura prova la comunità, per qualche settimana, soprattutto per chi come noi è abituato a libertà di movimento e spostamento – ha aggiunto il prof. Ippolito -. Ma i virus circolano e si spostano rapidamente, ci vogliono i controlli e non solo chiudere le frontiere. Come ha detto il ministro Speranza – ha concluso – ci sono più interventi che tutti insieme possono essere efficaci per contenere il virus e per curare e guarire chi si ammala”.
Cei: “Pronti a misure, ma niente allarmismi”
“Noi pensiamo di essere in totale accordo col ministro della Salute, ma siamo disposti per tutelare la salute della nostra gente ad attuare qualunque disposizione”, così il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. “Io sono preoccupato perché naturalmente sono cose che riguardano la salute e il bene delle persone – ha aggiunto – Sono anche convinto che non bisogna diffondere allarmismo, per non serve l'allarmismo, servono le cautele giuste che in questo caso dovremo osservare e siamo disposti ad osservare”, ha aggiunto il presidente della Cei, sottolineando che sugli enventuali provvedimenti da adottare nelle chiese per arginare l'epidemia da coronavirus bisogna attendere le indicazioni del Ministero, perchè “noi non abbiamo tutti i dati precisi come li può avere quel Ministero”.
Lombardia, le aziende: “Chi è a rischio resti a casa”
Le aziende di Milano e dell'hinterland si stanno attrezzando per fronteggiare l'epidemia del Coronavirus che ha colpito la Bassa lodigiana in accordo con le disposizioni del Ministero della salute e della Regione Lombardia dopo che il numero degli infetti ha superato quota 50. Da questa mattina gli uffici del personale dei grandi gruppi come Eni, Snam e Saipem stanno contattando uno a uno i dipendenti che risiedono nei comuni in provincia di Lodi indicati tra quelli a rischio. L'indicazione che viene data loro è di rimanere a casa ed evitare il più possibile i contatti sociali.
Falso allarme su treno Frecciarossa Napoli Venezia
Un falso allarme, e tanta paura, su un treno Frecciarossa Alta Velocità che è stato bloccato alla stazione di Bologna a causa della segnalazione di un sospetto caso di contagio da coronavirus a bordo. Fortunatamente, dopo i controlli del caso, è risultato che si trattava di un falso allarme, scattato a causa della presenza a bordo treno di una comitiva di turisti asiatici.