Mattarella: “Da Dante una lezione di coerenza per tutti, anche per i politici”

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“Da Dante arriva a noi una lezione di coerenza che vale per tutti, politici compresi, perché non si può andare contro la propria coscienza. Ed una delle sue eredità più importanti è nel dilemma fra giustizia e compassione. Nel giorno in cui si celebrano i 700 anni della morte del sommo poeta, il Dantedì, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervistato dal Corriere della Sera in apertura di prima pagina ne riflette sul messaggio e la statura, pur invitando a non attualizzarlo a tutti i costi, perché la grandezza di Dante è nella sua capacità di trascendere il suo tempo “e di fornire indicazioni, messaggi e insegnamenti validi per sempre”.

E la sua universalità e bellezza vanno ricercate “proprio nella particolare attitudine di penetrare nel profondo nell’animo umano, descrivendone in modo coinvolgente moti, sentimenti, emozioni”.

I vizi dell’uomo

I vizi che Dante descrive, spiega infatti il presidente, la tendenza al peccato, secondo la sua concezione filosofica e religiosa, sono gli stessi dall’inizio della storia dell’uomo: avidità, smania di potere, violenza, cupidigia. E “la Commedia ci attrae, ci affascina, ci interroga ancora oggi perché ci parla di noi“. Dell’essenza più profonda dell’uomo, “fatta di debolezze, cadute, nobiltà e generosità”.

Gli aspri contrasti civili “che segnarono il travagliato cammino di Dante propongono il valore della persona, il valore della donna, centrale in tutta la sua poetica, richiamano lo struggimento e il senso della Patria, allargandone però via via i confini, affermando il suo essere anche matrigna con riferimento alla condanna all’esilio”.

“Non so quanto possiamo paragonare la pandemia all’Inferno dantesco – commenta Mattarella -. Certo, alcune scene drammatiche che abbiamo visto e vissuto, come la fila di camion con le bare in partenza da Bergamo, avrebbero bisogno della sua immensa capacità descrittiva”.

Virtù civiche

Ed esulando per un momento da Dante, Mattarella ribadisce “che in questa emergenza abbiamo tutti riscoperto, al di là di tanti e ingiusti luoghi comuni, il grande patrimonio di virtù civiche – solidarietà, altruismo, abnegazione – che appartiene da sempre alla nostra gente”.

La lezione di Dante vale per chi è impegnato in politica, ma vale per tutti: “L’interesse personale, la fine del doloroso esilio, non viene barattato con il cedimento delle proprie convinzioni etiche. Non si tratta di moralismo o di superbia e neppure di legittimo orgoglio. Dante è mosso dalla convinzione, altamente morale, che andare contro la propria coscienza renderebbe effimero il risultato eventualmente ottenuto”.

Le celebrazioni di oggi, 25 marzo

In occasione delle celebrazioni per il Dantedì, oggi 25 marzo, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, in diretta su RaiUno, alle 19.10, Roberto Benigni legge il XXV Canto del Paradiso nel Salone dei Corazzieri al Quirinale.

Milena Castigli: