Al Quirinale, il Presidente Sergio Mattarella ha presieduto la cerimonia di consegna dei Premi “Presidente della Repubblica” per il 2022 e 2023 alle Accademie Nazionali dei Lincei, di San Luca e di Santa Cecilia, nonché delle Borse di Studio dedicate ai Maestri Goffredo Petrassi e Giuseppe Sinopoli. Tra i premiati, spiccano il Prof. Alberto Basso e il Maestro Giacomo Manzoni per Santa Cecilia, il Maestro Eva Marisaldi e l’Arch. Giorgio Grassi per San Luca, e i Professori Paolo Siniscalco e Luisa Torsi per i Lincei. Mattarella ha anche consegnato le Stelle al Merito del Lavoro, sottolineando l’importanza della sicurezza, dei diritti lavorativi e della dignità delle persone, esprimendo preoccupazione per lo sfruttamento e la precarietà lavorativa, specialmente tra gli immigrati. Ha ricordato il valore fondamentale del lavoro per la Repubblica e la necessità di uno sviluppo economico sostenibile e giusto.
La cerimonia in Quirinale
Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la cerimonia di consegna dei Premi “Presidente della Repubblica” per gli anni 2022 e 2023 dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Nazionale di San Luca e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e delle Borse di Studio in memoria dei Maestri Goffredo Petrassi e Giuseppe Sinopoli. Sono intervenuti il Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Maestro Michele Dell’Ongaro, il Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca, Maestro Marco Tirelli, e il Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Prof. Roberto Antonelli. Il Presidente della Repubblica ha consegnato i “Premi Presidente della Repubblica” dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per l’anno 2022 al Prof. Alberto Basso e per l’anno 2023 al Maestro Giacomo Manzoni; dell’Accademia Nazionale di San Luca per l’anno 2022 al Maestro Eva Marisaldi e per l’anno 2023 all’Arch. Giorgio Grassi; dell’Accademia Nazionale dei Lincei per l’anno 2022 al Prof. Paolo Siniscalco e per l’anno 2023 alla Prof.ssa Luisa Torsi. Il Presidente della Repubblica ha inoltre consegnato le Borse di Studio in memoria del Maestro Goffredo Petrassi per l’anno 2022 al Maestro Francesco Vitucci e per l’anno 2023 al Maestro Pasquale Punzo, e in memoria del Maestro Giuseppe Sinopoli, per l’anno 2022 al Quartetto Werther per l’anno 2023 al Maestro Gabriele Strata. Erano presenti il Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, il Vice Presidente del Senato della Repubblica, Gian Marco Centinaio e il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
Mattarella: “Vita lavoratori vale immensamente più di profitto
“La Stella rappresenta un riconoscimento, un segno importante. Costituisce inoltre un pegno che invita istituzioni e società a rendere il lavoro sicuro, contrastando le morti e gli infortuni. Una piaga intollerabile, ancor più nel tempo dei più grandi progressi tecnologici e dei più grandi avanzamenti della conoscenza, che la storia dell’uomo abbia mai conosciuto. La vita delle persone vale immensamente più di ogni profitto, interesse o vantaggio produttivo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di consegna delle “Stelle al Merito del Lavoro” per l’anno 2024.
“Il lavoro è il caposaldo della dignità della persona”
“E’ la persona, ogni persona, cuore e fine dell’ordinamento democratico che tiene uniti i propositi di piena libertà e di effettiva uguaglianza. La centralità del lavoro presuppone la centralità della persona umana. Della dignità della persona il lavoro è indubbiamente un caposaldo. Il lavoro è condizione di indipendenza, economica e non soltanto. E’ una leva per accrescere i diritti, individuali e collettivi. Così è stato nella storia della nostra Repubblica”.
“Il Welfare è l’elemento base dei diritti”
“Il lavoro è stato il motore principale dello sviluppo del Paese e della crescita umana, civile, sociale, culturale che ha consentito una diffusa emancipazione da condizioni di povertà e subalternità. Con il lavoro, con l’apporto decisivo delle organizzazioni dei lavoratori, si è costruito il welfare italiano, elemento basilare dei diritti di cittadinanza”.
“Spesso sfruttamento spietato di immigrati”
Esistono “sacche di salari insufficienti, alimentati anche da part-time involontario, e da precarietà. Si tratta di un elemento di preoccupante lacerazione della coesione sociale. E’ la condizione che riguarda anche molti immigrati, sovente esposti a uno sfruttamento spietato, inconciliabile con la nostra civiltà”.
“Sacche di salari bassi lacerano coesione sociale”
“I dati dell’occupazione, nel nostro Paese, segnano una crescita che conforta. Tuttavia l’occupazione, non solo nel nostro Paese, si sta frammentando, tra una fascia alta, in cui a qualità e professionalità corrispondono buone retribuzioni, mentre in basso si creano sacche di salari insufficienti, alimentati anche da part-time involontario, e da precarietà. Si tratta di un elemento di preoccupante lacerazione della coesione sociale”.
“Obiettivo deve essere massima occupazione possibile”
“L’obiettivo della massima occupazione possibile è iscritto in un orizzonte costituzionale, che non può che essere condiviso dai programmi delle varie posizioni politiche. La Costituzione non ha soltanto affermato il diritto al lavoro. Ha posto il lavoro a fondamento della Repubblica democratica. Una scelta lungamente meditata. Fortemente voluta. Capace di unire le diversità. Concepita come pietra angolare della convivenza comune. Come radice significativa del modello sociale”.
“Parola lavoro citata in ben 15 articoli della Carta”
“La parola lavoro, con i suoi derivati, è citato in 15 articoli della Carta. Nello Statuto Albertino il termine lavoro era presente una volta soltanto, all’art. 55, e non per enunciare diritti o prerogative dei cittadini/lavoratori, ma soltanto per indicare che, alle Giunte nominate all’interno della Camera, erano affidati i “lavori preparatorii” delle proposte di legge. L’art. 3 della Costituzione, invece, assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli economici e sociali, che, limitano libertà ed eguaglianza impedendo il pieno sviluppo della persona. Lo segue l’art. 4, che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che lo rendano effettivo. L’art. 35 affida alla Repubblica la tutela del lavoro in tutte le sue forme e applicazioni la cura della formazione e dell’elevazione professionale dei lavoratori. L’art. 36 riconosce al lavoratore il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e, comunque, sufficiente ad assicurargli, per sé e per la sua famiglia, un’esistenza libera e dignitosa. Stabilisce anche la nostra Costituzione – all’art. 37 – che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, deve avere le stesse retribuzioni che spettano ai loro colleghi di genere maschile. Sappiamo che il cammino per giungere al rispetto di questo principio è tuttora da concludere ma va ricordata questa prescrizione e il conseguente dovere delle istituzioni di operare per renderla ovunque effettiva. La nostra Carta prosegue, all’art. 38, disponendo che ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale; e che tutti i lavoratori “hanno diritto a mezzi adeguati in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia; o disoccupazione involontaria”. Concludo questo elenco di citazioni – peraltro incompleto – ricordando che le Regioni – in base all’art. 120 – non possono adottare provvedimenti che ostacolino, in qualsiasi modo, la libera circolazione delle persone e delle cose; e neppure limitare l’esercizio del diritto al lavoro in qualunque parte del territorio nazionale. Si tratta di una sequenza di prescrizioni di grande rilievo, per quantità e qualità, che delinea il lavoro come nervatura della vita di comunità”.
“Crescita non avvenga a discapito dell’ambiente”
“Quando si parla di sostenibilità si intende anzitutto che la crescita non può più avvenire a discapito dell’ambiente. Ma sostenibilità non è soltanto questo. E’ anche equilibrio sociale, capacità di rinnovare e rafforzare i presupposti di valore della democrazia e della libertà. Il valore del lavoro come fattore di ricomposizione della società va, dunque, ribadito e, se necessario, riscoperto”.
“Donne hanno diritto a stessi stipendi degli uomini”
“Stabilisce anche la nostra Costituzione – all’art. 37 – che la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, deve avere le stesse retribuzioni che spettano ai loro colleghi di genere maschile. Sappiamo che il cammino per giungere al rispetto di questo principio è tuttora da concludere ma va ricordata questa prescrizione e il conseguente dovere delle istituzioni di operare per renderla ovunque effettiva”.
Fonte: Ansa