Gli auguri di Mattarella alla comunità induista per la festa del Dipavali

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“Ho il piacere di rivolgermi alla comunità induista per estendere i più sentiti auguri nell’importante festività del Dipavali. Agli Induisti italiani o ospiti nel nostro Paese desidero esprimere un sentimento di particolare vicinanza in questa significativa ricorrenza, che pone al centro della riflessione il prevalere della luce sull’oscurità, e dunque dei principi della tolleranza, dell’ascolto reciproco e della mutua comprensione”.

Lo afferma in una dichiarazione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolineando che “tale patrimonio, ancor più prezioso nelle difficili circostanze che viviamo a causa della pandemia, costituisce un incoraggiamento a rinsaldare, ogni giorno e a tutti i livelli, le ragioni del dialogo e della coesione. Rinnovo – conclude – i più sinceri e cordiali auguri della Repubblica Italiana a quanti oggi festeggiano il Dipavali”.

Induismo in Italia

L’induismo in Italia è presente a partire dal XX secolo a seguito soprattutto di immigrazione dal subcontinente indiano. Gli induisti in Italia sono circa 177 200 (0,3% della popolazione residente), di cui 30.392 sono cittadini italiani (0,1% della popolazione italiana) e 146.800 stranieri residenti (2,9% della popolazione straniera residente), e sono riuniti nell’Unione induista italiana, riconosciuta dall’Italia come confessione religiosa.

In base alla legge 246/2012 sono riconosciute le nomine dei ministri di culto induista vedico, puranico e agamico, l’esercizio del culto, l’organizzazione della confessione e gli atti in materia spirituale e disciplinare.

Dipavali

È altresì riconosciuta la festività indù Dipavali (festa delle luci) che rappresenta, tra le feste dedicate alle diverse divinità e seguite dalle relative tradizioni, la vittoria della luce sull’oscurità e che viene celebrata il giorno di luna nuova (Amavasja) tra la seconda metà del mese di ottobre e la prima metà del mese di novembre.

Dipavali o Diwali, Festa delle Luci – scrive L’Unione induista italiana sul proprio sito – è una ricorrenza che coinvolge profondamente la comunità induista in tutto il mondo. Il suo nome, che significa “fila di lucerne”, allude alla luce come simbolo del bene e della sua vittoria sulle forze del male simboleggiate dalle tenebre”.

“In un Paese multireligioso e multietnico come l’India, è una tra le molte festività e ha il potere di avvicinare e unire milioni di persone appartenenti a tradizioni religiose differenti, tra queste quella induista, sikh e jaina”.

“In Italia, grazie alla Legge d’Intesa ratificata dal Parlamento con l’Unione Induista Italiana, è per gli induisti la festività religiosa ufficiale, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Nel mondo, il Dipavali è come un ‘Natale induista’. Ci si scambiano regali, si avviano nuove attività commerciali, si festeggia l’amicizia, l’amore fraterno, la luce dissipatrice dell’ignoranza”.

“Per celebrare il Dipavali, tradizionalmente si compongono delle decorazioni a terra, chiamate kolam o rangoli, attorno alle quali si pongono delle piccole lucerne (dipam) o dei lumini. Si preparano inoltre dolcetti tipici da condividere in uno spirito di festa che coinvolge tutta la comunità“.

Milena Castigli: