Manchester City, la Champions è tua

Istanbul (Turchia) 10/06/2023 - finale Champions League / Manchester City-Inter / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Rodri ONLY ITALY

Stavolta Pep Guardiola ce l’ha fatta. Senza non poca sofferenza perché non è stato facile ridurre ai minimi termini l’Inter che se l’è giocata a viso aperto, alle pari. Alla fine l’ha spuntata la squadra inglese che grazie al gol di Rodri a venti dalla fine si è portata a casa la prima Champions della sua storia. L’ossessione inglese è finita, Guardiola sorride, mastica amaro Inzaghi: l’Inter se l’è giocata. Da grande protagonista.

Le scelte di Guardiola e Inzaghi

Come previsto, nell’Inter c’è Dzeko accanto a Lautaro Martinez nel 3-5-2 del tecnico nerazzurro. In cabina di regia c’è Brozovic con Calhanoglu e Barella alle spalle, mentre sugli esterni operano Dumfries e Dimarco. Dietro, davanti a Onana, Darmian, Acerbi e Bastoni. E’ invece un 4-1-4-1 quello adottato da Guardiola che facilmente diventa un 3-2-4-1 in fase offensiva. Terminale offensivo Haaland, con Bernanrdo Silva, De Bruyne, Gundodan e Grealissh a sostegno. Dietro, tra i pali c’è Ederson e linea difensiva a quattro con Akè e non Walker, Stones, Dias e Akanij, mentre Rodri gioca davanti alla difesa. Direzione di gara affidata al polacco Marciniak. L’Ataturk Olimpic Stadium, colmo in ogni ordine di posto. Tante le personalità in tribuna, a cominciare dal presidente turco Erdogan rieletto da poco alla guida della Turchia.

Onana salva su Haaland, fuori De Bruyne

Impatto cromatico meraviglioso, con le due tifoserie che danno vita ad una coreografia spettacolare. Per riscrivere la storia: Inter per tornare sul tetto d’Europa a distanza di tredici anni dal successo targatro Mourinho, Manchester City che non l’ha mai vinta con Guardiola alla sua quartia finale. Dopo i due trionfi col Barcellona nel 2009 e nel 2011, ha perso con il City la finale del 2021 contro il Chelsea. Primo tempo godibilissimo perché l’Inter non è in gita di poiavcere e neppure è vittima predestinata. Se ne accorge ben presto Guardiola, visto che il suo City gioca molto il pallone, ma conclude poco perché l’Inyter è nesa bene in campo e chiude tutti gli spazi. All’intervallo è zero a zero e ci sta tutto con l’Inter che se la gioca alla pari. Parte forte il City e Bernardo Silva ci prova dopo uno slalom tra le “porte” nerazzurre, ma palla che finisce di poco fuori. Il City fatica a fare cambi di gioco, merito dell’Inter e di un atteggiamento tattico che non nulla da inviare a quello degli inglesi, a cominciare dal pressing che spesso manda in confusione gli inglesi. Barella ha la palla buona, approfitta di un rinvio maldestro di Ederson e per poco non lo uccella con una conclusione al volo. Mezz’ora di buon livello, senza acuti. Poi si accende Haaland, conclusione morifera sul prio palo, Onana c’è. Un altro paio di minuti e il City perde uno dei protagonisti. Si ferma De Bruyne, dentro Foden ma è grande perdita per Guardiola. Chiude bene l’Inter, mantenendo il ritmo alto. All’intervallo, dopo due di recupero, è zero a zero.

La sblocca Rodri

Si ricomincia da dove avevamo lasciato, con il City a fare densità, ma senza alzare il ritmo della partita. L’Inter riparte bene in controgioco, Lautaro viene steso, Marciniak non fischia e il City riparte. Cambio nell’Inter, con Dzko che si ferma e chiede il cambio: dentro Lukaku. Inzaghi capisce che può osare. La partita si apre e diventa bellissima. Erroraccio della retroguardia inglese, con Akanij che si addormenta, Lautaro si inserisce nello spazio e si presenta solo davanta a Ederson da posizione defilata, ma il portiere inglese chiude tempestivamente sul primo palo. Ma che occasione, visto che a rimorchio c’erano Brozovic e Lukaku. L’Inter ci crede, prova a sfruttare il momento, ma il City è in agguato e non molla di un centimetro. E all’improvviso arriva il vantaggio dei Citizens: Bernardo Silva sfrutta lo spazio e trova la profondità, la rimette in mezzo, palla sporca che finisce nella disponibilità di Rodri che l’incolla bene di destro, una saetta da fuori sulla quale Ona a può nulla. E il City mette il muso avanti a venti dalla fine.

L’Inter si ferma sul legno

L’Inter non ci sta e riparte con i tempi giusti, forte di una qualità che fino al gol si era fatta preferire. L’occasione per il pari arriva a stretto giro, con Dimarco che sfrutta un mischione in area con un pallonetto che scavalca Ederson ma sbatte sulla traversa. La riprende lo stesso Dimarco, stavolta murato. Poi tocca a Lukaku, gran destro da fuori, Ederson in due tempi. Arrivan o i cambi in casa nerazzurra per l’ultimo assalto quando il cronometro dice che alla fine ne mancano appena quindici. Fuori Bastoni e Dumfries, dentro Gosens e Bellanova. L’Inter si scopre e lascia spazio al controgioco inglese, con Onana bravo a distendersi sulla conclusione troppo morbida di Foden che si divora la palla per chiuderla. Disperato Guardiola. Dieci alla fine, ma partita apertissima. Fuori Stones, dentro Walker nel City, mentre Inzaghi richiama Calhanoglu e Darmian, dentro Mkhitaryan e D’Ambrosio. Cinque alla fine con l’Inter a spendere le ultime energie. Inter a testa bassa, miracolo di Ederson sul colpo di testa ravvicinato di Lukaku. Ancora Lukaku, sinistro sballato. Cinque di recupero con l’Inter a spingere ventre a terra. Va fuori il destro di Barella,poi l’ultimo salvataggio di Ederson. La Champions è del City, Guardiola può esultare. Ma Inzaghi, amarezza a parte, se l’è giocata alla grande ed esce a testa alta.

Massimo Ciccognani: